Lo studio sui sopravvissuti

11 Settembre 2001, perché i reduci dell'attentato alle Torri Gemelle si ammalano ancora oggi

Circa 25 mila malati in 20 anni. Asma e tumori tra le patologie più frequenti. "Numeri destinati a crescere", avvertono i ricercatori del World Trade Center Health Program, il programma di assistenza medica ai presenti nell'area di World Trade Center

14 Set 2023 - 10:47
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Sono trascorsi venti anni da quell'11 settembre, eppure la scia di sofferenza generata dall'attentato alle Torri Gemelle continua a mietere le sue vittime ancora oggi. Sono 25mila le persone colpite da tumori e malattie a carico dell'apparato respiratorio, digestivo e nervoso, oltre che da forti disturbi mentali da stress traumatico. A rivelarlo sono i dati raccolti dal World Trade Center Health Program, il programma di monitoraggio e assistenza medica finanziato dal governo federale rivolto alle persone esposte alle polveri della nube tossica conseguente al crollo delle Torri. 

I danni sulla salute dei presenti - Alle quasi tremila vittime (2.977) causate dai quattro attacchi suicidi che cambiarono per sempre la storia degli Stati Uniti e dell'Occidente si sono aggiunti in questi anni migliaia di malati. I dati riguardano le persone che quell'11 settembre erano presenti, per un motivo o per l'altro, nell'area del World Trade Center: residenti, soccorritori o in genere persone intervenute per prestare soccorso. Che la nube tossica generata dal crollo delle Torri avrebbe avuto conseguenze a lungo termine sulla salute dei presenti era evidente già più di dieci anni fa: il World Trade Center Health Program fu istituito nel 2010 durante la prima presidenza Obama proprio per offrire ai "sopravvissuti" assistenza medica.

L'aumento di tumori - "Gli iscritti al programma sono oltre 100mila, di cui 50mila si sottopongono a controlli regolari. Di questi, circa la metà è affetta da una o più patologie correlate al disastro dell'11 settembre. Il crollo delle Torri - prosegue l'esperto - ha provocato una nube tossica. La polvere che si è sparsa sia in terra che nell'aria era carica di inquinanti: amianto, diossine, metalli pesanti". Così Roberto Lucchini, professore di Medicina del lavoro e ambientale dell'Università - ora anche alla School of Public Health di Miami, dopo essere stato distaccato dal 2012 alla Mount Sinai School of Medicine di New York per dirigere il Data Center del World Trade Center Health Program - ha spiegato a La Presse le ragioni dell'aumento di alcune specifiche malattie. Tra tutti i dati, preoccupa soprattutto la maggiore incidenza dei tumori: tra i reduci delle Torri Gemelle risulta il 10-20% più alta rispetto alla media nazionale.

11 Settembre 2001, le foto dell'attacco alle Torri Gemelle

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Possibile un peggioramento futuro - "In questi ultimi due o tre anni - spiega Lucchini - tra coloro che sono stati esposti alla tossicità delle polveri, stanno aumentando i tumori". Tra le patologie tumorali che colpiscono con maggiore frequenza gli iscritti al programma figurano tumori della pelle (6.403 casi), cancro alla prostata (5.197), al seno (1.839), melanoma (1.505), linfomi (1.324), tiroide (1.270), polmoni e bronchi (11.169), leucemia (854)". Ma ci sono altre patologie connesse all'esposizione di quei materiali, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la fibrosi polmonare, riniti, sinusiti e reflusso gastroesofageo cronico.  Si tratta di numeri che secondo gli esperti potrebbero crescere nei prossimi anni: "Dal crollo - precisa Lucchini - sono passati 20 anni, ma alcune sostanze possono provocare tumori che si sviluppano in tempi lunghi: l'amianto per esempio può provocare tumori anche dopo 30 anni dall'esposizione".

L'elevato tasso di disturbi mentali - I ricercatori del Wolrd Trade Center Health Program hanno rilevato come tra i loro iscritti quasi 19 mila siano affetti da disturbi mentali. Uno su cinque. Ma la causa non è sempre lo stress post traumatico. "Ora - spiega Lucchini - la ricerca sta lavorando anche sull'impatto cognitivo provocato dalla catastrofe. E non solo sugli effetti da stress post traumatico. Le polveri contenevano infatti molte sostanze dannose per il sistema nervoso. Lo sviluppo di casi di demenza è un nuovo dato che stiamo osservando. La perdita di memoria o anche le difficoltà di concentrazione anomale negli under 65 potrebbero infatti essere un campanello d'allarme per diagnosi di Alzheimer", conclude l'esperto.

 

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