Per gli Usa però la capitale non sarebbe sotto "una minaccia imminente". Nel nord intanto alcuni dei signori della guerra dell'ex alleanza anti-jihadista potrebbero decidere di resistere ad oltranza
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I talebani avanzano verso Kabul ormai quasi senza combattere, con i governatori che consegnano i capoluoghi di provincia e si danno alla fuga. Ma mentre gli insorti sono arrivati a una cinquantina di chilometri a sud della capitale, nel nord alcuni dei signori della guerra dell'ex alleanza anti-jihadista potrebbero decidere di resistere ad oltranza, e il Paese, avverte il governo britannico, rischia una nuova "guerra civile", mentre scontri sono possibili anche tra diverse fazioni talebane.
Usa: "Per Kabul non c'è una minaccia imminente" Kabul non è sotto "una minaccia imminente", almeno per il momento, assicurano tuttavia gli Stati Uniti, dicendosi "preoccupati" dalla rapidità dell'avanzata dei talebani e "sorpresi" dalla scarsa capacità di resistenza dei militari afghani. "Se necessario aggiusteremo la scadenza del ritiro" delle truppe, previsto per il 31 agosto, per consentire l'evacuazione di migliaia di persone al giorno, ha quindi annunciato il Pentagono.
L'avanzata talebana: Pol-i-Alam, Ghazni, Kandahar, Herat Pol-i Alamcapoluogo della provincia di Lowgar, è la città piu' vicina a Kabul conquistata nelle ultime ore dai talebani, che in una settimana si sono impadroniti di oltre metà dei 34 capoluoghi del Paese. La sua caduta è avvenuta dopo che "la maggior parte delle autorità sono fuggite a Kabul" senza opporre resistenza, ha sottolineato un consigliere provinciale. Lo stesso era avvenuto giovedì a Ghazni, 150 chilometri a sud-ovest di Kabul, consegnata ai jihadisti in cambio di un lasciapassare dal governatore, Mohammad Davud Laghmani, che poi è stato arrestato dalle forze governative mentre fuggiva.
Scenario non diverso a Kandahar, nel sud, seconda città del Paese e culla dei Talebani. I massimi rappresentanti delle istituzioni governative hanno potuto andarsene in cambio della resa e ira i talebani si sono messi al lavoro per riorganizzare il governo locale, chiedendo a tutti gli impiegati pubblici di tornare regolarmente al lavoro, mentre solo i capi dei vari dipartimenti sono stati allontanati. A Herat, nell'ovest del Paese, anche il leggendario signore della guerra Ismail Khan, che per decenni ha combattuto le forze d'invasione sovietiche e poi i Talebani, si è lasciato catturare dagli insorti. Kabul si prepara a un eventuale ingresso degli insorti nella capitale.
Gli Usa inviano 8mila soldati Dopo la decisione degli Usa e della Gran Bretagna di ridurre al minimo il personale nelle proprie sedi diplomatiche, con Washington che invia 8mila soldati tra l'Afghanistan e la regione del Golfo Persico, altrettanto ha fatto la Germania. Altri Paesi hanno deciso per la chiusura, come la Danimarca e la Norvegia, mentre la Spagna ha già cominciato a portare via i suoi cittadini.
Ma la Nato, ha fatto sapere il segretario generale Jens Stoltenberg, "manterrà la sua presenza diplomatica a Kabul". "Il nostro obiettivo resta quello di sostenere il più possibile il governo afghano e le forze di sicurezza", ha aggiunto Stoltenberg, mentre i partner dell'Alleanza si consultano sulla situazione: "Non volteremo le spalle all'Afghanistan - ha promesso Boris Johnson -, ma non esiste alcuna soluzione militare" all'avanzata dei Talebani. E la Farnesina ha fatto sapere di essere in costante contatto con il Dipartimento di Stato Usa.
L'ipotesi di una proposta di pace C'è ancora una speranza che possa essere evitata un'offensiva finale sulla capitale. Mentre si attende una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, la Cnn India ha raccolto voci su una possibile proposta di pace elaborata da non meglio precisati mediatori, che prevede le dimissioni del presidente Ghani e la formazione di un nuovo governo di coalizione in cui entrino anche i talebani, che hanno già promesso una "amnistia generale" per chi ha collaborato con l'attuale governo.
Gb: "Afghanistan verso la guerra civile" Ma il ministro della Difesa britannico si dice convinto che l'Afghanistan stia "andando verso una guerra civile", perché, come ha imparato a sue spese Londra fin dall'Ottocento, è "un Paese governato da signori della guerra e da diversi clan". Nel nord, in particolare, resistono le forze del signore della guerra uzbeko e vice presidente della Repubblica, Abdul Rashid Dostum, che Ghani è andato ad incontrare qualche giorno fa a Mazar-i Sharif. Ma rese dei conti, avverte Wallace, potrebbero avvenire anche tra le diverse fazioni in cui sono divisi i talebani. Tra queste, secondo diversi analisti, sembra aver guadagnato maggior potere negli ultimi tempi il gruppo facente capo a Sirajuddin Haqqani, che secondo un rapporto presentato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu farebbe anche parte della leadership di Al Qaeda