Afghanistan, Nato bombarda ospedale Msf Almeno 19 morti, Kabul: "C'erano terroristi"
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Tra le vittime medici, infermieri, guardie e anche tre bambini. Il Pentagono: "In corso inchiesta". L'Onu: "Potrebbe essere crimine di guerra"
Un ospedale di Medici senza frontiere è stato colpito in un bombardamento della Nato a Kunduz, in Afghanistan. Secondo fonti di Msf, i morti sono almeno 19, tra cui infermieri, medici, pazienti e pure tre bambini. Tanti i feriti. La città è da giorni teatro di scontro tra le forze governative e i talebani. Kabul: "Nella struttura si nascondevano dei terroristi", ma i talebani smentiscono. L'Onu: potrebbe essere crimine di guerra.
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"Se l'indagine sul bombardamento aereo sull'ospedale dovesse provare che l'obiettivo è stato colpito intenzionalmente, il caso potrebbe configurarsi come crimine di guerra". Lo ha dichiarato Zeid Raad Al Hussein, responsabile dei diritti umani alle Nazioni Unite, definendo quanto accaduto "tragico, imperdonabile e forse anche criminale".
In un primo momento le forze americane, nel confermare il raid su Kunduz, hanno fatto pensare a un errore. "L'attacco potrebbe avere causato danni collaterali a una struttura medica della città dell'Afghanistan".
Msf: "Usa e Afghanistan sapevano" - Ma secondo Msf il bombardamento contro l'ospedale è proseguito per mezz'ora dopo la segnalazione fatta alle forze armate Usa e afghane. Medici senza frontiere aggiunge che "tutte le parti in conflitto, incluse Kabul e Washington, conoscevano le coordinate delle nostre strutture già da mesi". E ancora: "Come in tutti i contesti di guerra, Msf ha comunicato le coordinate Gps a tutte le parti del conflitto in diverse occasioni, la più recente il 29 settembre". E chiede urgentemente chiarezza per capire esattamente cosa sia successo e come sia potuto accadere un evento di questa gravità.
Il Pentagono: "Inchiesta in corso" - "Stiamo cercando di determinare cosa sia successo esattamente e voglio esprimere il mio cordoglio alle persone colpite". Così il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter. "Un'indagine completa sui tragici fatti è in corso in coordinamento con il governo afghano", ha aggiunto.
Kabul: "Terroristi nascosti nell'ospedale" - Al momento del bombardamento in quell'ospedale "si nascondevano 10-15 terroristi", secondo il ministero dell'Interno afghano. In una conferenza stampa a Kabul il portavoce Siddiq Siddiki ha assicurato che "tutti i terroristi sono stati uccisi, ma tra le vittime ci sono stati anche dottori". E ha precisato che circa 80 membri dello staff dell'ospedale, fra cui 15 stranieri, sono stati portati in salvo.
Il portavoce dei talebani: "Non c'erano jihadisti" - La presenza di "terroristi" è stata però negata dal portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. Condannando in un comunicato il bombardamento, Mujahid ha rilevato che esso è stato realizzato nonostante che "neppure un mujaheddin dell'Emirato islamico fosse ricoverato nell'ospedale perché la situazione militare prevalente a Kunduz non ci permetteva di portare i nostri combattenti in quella struttura".
La condanna di Onu e Croce rossa - Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha condannato senza mezzi termini il bombardamento. Il capo della delegazione afghana del Cicr, Jean-Nicolas Marti, ha definito quanto accaduto "una tragedia agghiacciante".
Msf: le bombe e l'emergenza - "Siamo profondamente scioccati - prosegue il comunicato firmato dal direttore delle operazioni di MSF Bart Janssens - da questo attacco, dall'uccisione di membri del nostro staff e di pazienti e dai gravi danni inflitti alla sanità della città".
Al momento del bombardamento nell'ospedale c'erano 105 pazienti con i loro famigliari e 80 membri dello staff nazionale e internazionale di Msf.
Onu chiede inchiesta - L'Onu vuole un'inchiesta sull'attacco della Nato. "Condannando fortemente" il bombardamento dell'ospedale, il segretario generale Ban Ki-moon ha ricordato che ospedali e personale medico sono protetti dalla legge umanitaria internazionale e ha chiesto perciò un'inchiesta "completa e imparziale".
Msf lascia Kunduz - Médecins sans Frontières (Msf) si è ritirata da Kunduz. La portavoce Kate Stegeman ha precisato che parte del personale sta lavorando in altre strutture.