Biden annuncia ufficialmente il ritiro delle truppe Usa dall'Afghanistan
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Il presidente Joe Biden non avrebbe intenzione di modificare il programma nonostante l'avanzata dei talebani
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Il Pentagono ha inviato in Afghanistan alcuni bombardieri B-52 e AC-130H Spectre per fermare l'avanzata dei talebani che in un solo giorno hanno conquistato tre città afghane. Nonostante l'iniziativa militare, secondo il New York Times, il presidente americano Joe Biden per ora non cambia i piani del ritiro delle truppe dal Paese entro la fine del mese. Funzionari della Casa Bianca sono in costante contatto con l'ambasciata americana a Kabul.
L'importanza strategica di Kunduz Da venerdì, i capoluoghi di provincia caduti nelle mani dei talebani, sono in tutto cinque. Tra le ultime conquiste la più rilevante a livello strategico: Kunduz. Con i suoi 270mila abitanti è considerata la porta d'ingresso alle province afghane del nord ricche di materie prime e per questo molto ambite. A livello logistico poi, è anche una sorta di crocevia da cui partono collegamenti con città importanti, perfino la capitale Kabul. E in più la provincia che ha come capoluogo Kunduz ha anche una importante frontiera, con il Tajikistan. Si tratta di una delle rotte più battute per la fuoriuscita di oppio ed eroina dal Paese, diretta in Asia centrale, da dove trova la sua strada verso l'Europa. Per non parlare del valore simbolico dell'impresa: la città nel 2001 - all'inizio della guerra - rappresentava una roccaforte della militanza talebana nel nord. Fu strappata più volte alle forze straniere, nel 2015 e nel 2016, ma i talebani non riuscirono mai a consolidare e mantenere la loro presenza a lungo. Controllare Kunduz non è quindi obiettivo da poco o un traguardo come un altro e la giornata di oggi potrebbe per questo rappresentare uno spartiacque, e persino un acceleratore, in questa avanzata che, dall'offensiva lanciata a maggio, ha proceduto ad un ritmo costante e senza trovare grandi ostacoli sulla sua strada.
Le ambasciate Usa-Regno Unito mettono in guardia i rispettivi cittadini Usa e Regno Unito già nei giorni scorsi avevano messo in guardia i loro cittadini ancora presenti in Afghanistan o chi intendeva recarvisi: è stato per primo il Foreign Office a suggerire ai britannici di evitare tutti i viaggi in Afghanistan e, a chi si trova nel Paese, di lasciarlo immediatamente. Stesso tono quello degli Usa: "L'ambasciata degli Stati Uniti invita i cittadini americani a lasciare l'Afghanistan immediatamente usando i voli commerciali disponibili", ha scritto su Twitter l'Ambasciata americana a Kabul. "Considerate la situazione della sicurezza e la riduzione dello staff, la capacità dell'ambasciata di assistere i cittadini americani in Afghanistan è estremamente limitata, persino nella capitale". Adesso però la sfida è al governo di Kabul: partiti gli stranieri, le forze afghane, con le loro 350mila unità sul campo, devono dimostrare di poter riprendere e mantenere il controllo.
L'incognita sul futuro Che si sarebbe combattuto era ampiamente prevedibile, sono però adesso i rapporti di forza che devono essere stabiliti. Kunduz obiettivo strategico e simbolico, ma non è detto che i talebani riescano a mantenere la presa, che ne abbiano la reale forza. Occhi puntati anche sul processo politico, con i colloqui di Doha in stallo: ciò che accade sul campo da questo punto in poi detta legge nei rapporti di forza al tavolo dei negoziati.
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