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"I talebani hanno iniziato a perquisire casa per casa" puntando ad "esecuzioni mirate, la gente a Kabul è terrorizzata", ha fatto sapere l'ambasciatore afghano all'Onu
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Il ritiro delle forze militari occidentali segna l'inizio di una nuova era in Afghanistan. I talebani hanno conquistato Kabul e preso lo scalo di Kandahar. La popolazione ha preso d'assalto l'aeroporto della capitale per fuggire e almeno 10 persone sono rimaste uccise. Atterrato a Roma l'aereo con i rimpatriati italiani. L'Ambasciatore afghano all'Onu: "I talebani cercano le persone casa per casa".
L'immagine che descrive meglio il terrore dopo la restaurazione dell'Emirato islamico da parte dei talebani è quella di un aereo in fase di decollo inseguito sulla pista da una folla di uomini. Alcuni di loro cercano di aggrapparsi al carrello, andando così verso una morte certa. Pochi istanti dopo il video mostra il drammatico epilogo: due puntini neri che cadono nel vuoto mentre l'aereo vola via.
I talebani nel palazzo presidenziale L'immagine che restituisce la ragione di tanta paura è invece quella dei leader talebani che durante la notte, dal palazzo presidenziale di Kabul conquistato in poche ore dopo la fuga del presidente afghano Ashraf Ghani, annunciano un salto indietro di 20 anni. "Il nostro Paese è stato liberato e i mujaheddin hanno vinto in Afghanistan", sono le loro parole. Seguite da una serie di rassicurazioni sul fatto che vogliono migliorare la vita delle persone, che garantiranno la sicurezza del popolo e anche i diritti delle donne.
L'aeroporto di Kabul preso d'assalto da chi cerca di lasciare il Paese Ma nessuno gli crede e bastano poche ore a Kabul per capire come stanno veramente le cose. L'aeroporto viene preso d'assalto, tanto che, a più riprese, le forze di sicurezza americane si trovano a doverlo chiudere sospendendo tutti i voli: la gente invade in continuazione la pista, impossibile decollare o atterrare. Gli aerei tedeschi sono costretti a tornare indietro.
Chi è riuscito a fuggire lo ha fatto durante la notte, prima che lo scalo si trasformasse in una trappola. All'alba circolano già le immagini di gente a terra, uccisa dalla calca, dagli scontri, dall'urgenza di lasciare il Paese. Almeno 10 i morti. I soldati Usa fanno sapere di aver ucciso due uomini armati che hanno aperto il fuoco contro di loro, il caos è totale, una marea umana si riversa nello scalo. Chi ce la fa a decollare racconta che i talebani non sono affatto cambiati.
Gli italiani rimpatriati Il volo dell'aeronautica militare organizzato dalla Farnesina ci riesce nella tarda serata di domenica e arriva a Roma portando con sé 70 persone tra diplomatici (compreso l'ambasciatore Vittorio Sandalli) ed ex collaboratori afghani del contingente e della cooperazione italiana. Sono loro i primi a parlare all'arrivo a Fiumicino. "Ho paura per chi ha lavorato con noi ed ora sta per morire. I talebani li cercano casa per casa. Abbiamo lasciato migliaia di persone che rischiano la vita. La situazione è gravissima, la comunità internazionale li salvi", racconta tra le lacrime uno di loro, definendosi afghano-italiano.
L'ambasciatore afghano all'Onu: i talebani cercano le persone casa per casa Anche l'ambasciatore afghano all'Onu, Ghulam Isaczai, usa le stesse parole durante la riunione di emergenza convocata sull'Afghanistan: "I talebani hanno iniziato a perquisire casa per casa" puntando ad "esecuzioni mirate, la gente a Kabul è terrorizzata". Il diplomatico ha quindi sottolineato di parlare "a nome di milioni di afghani il cui destino è in bilico", comprese donne e ragazze "che stanno per perdere la loro libertà".
Kabul deserta e le donne "sparite" Nel giorno 1 del nuovo regime, Kabul è deserta, sembra una città abbandonata. Per le strade lunghe code di macchine in fila, tutte vuote, con le portiere aperte. La gente le ha lasciate lì perché il traffico era paralizzato ed ha iniziato a correre verso l'aeroporto. Abbandonando strada facendo anche i bagagli. Nel quartiere delle ambasciate molte bandiere sono state ammainate, a cominciare da quella americana.
Le donne sono sparite, le loro immagini già oscurate dai negozianti preoccupati dalla reazione dei talebani. Anche qui è una foto a parlare: un imbianchino che cancella da un poster pubblicitario il volto di una ragazza. Ma le donne non compaiono neppure nei tanti video che circolano in rete sulla fuga verso l'aeroporto, l'invasione della pista, la corsa accanto agli aerei. Uomini, compaiono solo uomini.
La giornalista afghana Shabnam Bayani spiega ad Al Arabya che si sono nascoste, per paura. La reporter, in stretto contatto con le fonti a Kabul e nelle altre città del Paese, assicura che dalle regioni più lontane dalla capitale, come Helmand e Herat, nel sud-est e nell'est del Paese, arrivano già notizie di donne fatte schiave, di ragazzine costrette nei giorni scorsi a sposare i combattenti.