La compagnia paramilitare al soldo del Cremlino è attivo da anni dal Mali al Burkina Faso. Il capo Prigozhin replica e insulta il ministro della Difesa: "Non ci occupiamo di migranti"
© Tgcom24
Molti migranti in arrivo dall'Africa provengono da aree controllate dal gruppo paramilitare russo Wagner. A ribadirlo è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che paventa: "Non vorrei che ci fosse un tentativo di spingere i migranti verso l'Italia". L'aumento esponenziale del fenomeno migratorio "che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, è parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi africani", ha sottolineato Guido Crosetto. Non si è fatta attendere la replica del capo del gruppo, Yevgeny Prigozhin, che ha anche insultato il ministro della Difesa: "Noi non ci occupiamo di migranti."
La questione immigrazione "non può essere soltanto un tema italiano", ha proseguito Tajani al termine dell'incontro con il premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme.
Ue, Nato e Occidente, secondo Crosetto, "così come si sono accorti che i cyber attacchi facevano parte dello scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto, oggi sarebbe opportuno capissero che anche il fronte sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso. Dovrebbero inoltre prendere atto che l'immigrazione incontrollata e continua, sommata alla crisi economica e sociale, diventa un modo per colpire i Paesi più esposti, in primis l'Italia, e le loro scelte geostrategiche, chiare e nette. L'Alleanza Atlantica si consolida se si condividono anche i problemi che nascono dalle scelte collettive, ma rischia di incrinarsi se gli Stati più esposti a ritorsioni di vario tipo (come aprire i "rubinetti" dell'immigrazione da parte di alcuni Stati) vengono lasciati soli".
"Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere", ha tuonato il capo della Wagner. "Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci". Prigozhin ha poi definito Crosetto "mudak", un termine che in russo corrisponde a un pesante insulto.
La compagnia di mercenari al soldo del Cremlino è attiva in diversi Paesi africani da anni, "giustificata" ufficialmente dalla lotta agli estremisti jihadisti. Negli ultimi tre anni il Sahel ha assistito a cinque colpi di Stato (due in Mali, due in Burkina Faso e uno in Guinea) che hanno gradualmente avvicinato i Paesi della regione nell'orbita della Russia che, tramite la Wagner, sta espandendo la sua influenza in un'area ricca di materie prime. In questo scenario il Niger rappresenta l'ultimo baluardo ancora fedele al mondo occidentale, e una sua eventuale "caduta" sancirebbe il definitivo ritiro dell'Occidente dal Sahel. In molte zone il gruppo di mercenari russi si è di fatto sostituito alla legge dello Stato, gestendo addirittura le rotte commerciali. Una fetta della divisione paramilitare è impegnata nell'assedio di Bakhmut, in Ucraina, ma gran parte è stanziata stabilmente in Africa, dove è stato accusato di ripetute violazioni dei diritti umani. Al punto da essere oggetto di indagine da parte delle Nazioni Unite. La presa russa sul Continente, come quella della Cina del resto, non accenna però a indebolirsi.
Il Cremlino ufficialmente smentisce ogni legame, ma di fatto la Russia amplia la sua influenza, sia politica sia economica, in ogni Paese in cui Wagner viene chiamato ad agire: dall'Europa all'America Latina, ma soprattutto in Medio Oriente e Africa, da dove proviene la maggior parte dei migranti che tentato di approdare in Italia.
Il gruppo paramilitare viene segnalato per la prima volta nel 2015, dopo l'inizio dell'intervento militare russo al fianco di Damasco nella guerra civile. Nel Paese partecipano a diverse missioni di combattimento contro le zone controllate dai ribelli e contro le cellule dell'Isis almeno fino alla fine del 2021.
I paramilitari russi sarebbero presenti in Cirenaica, nell'est del Paese, dal 2018 per sostenere il generale Khalifa Haftar nella guerra civile contro il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, e nella conquista delle regioni meridionali libiche. Nel 2019-2020 i miliziani di Wagner aiutarono il sedicente Esercito nazionale libico di Haftar nell'assalto, poi fallito, alla capitale, facendo arrivare i suoi uomini a una decina di km dal centro della città.
Uno tra i principali Paesi di partenza e transito dei migranti subsahariani, teatro di due colpi di Stato nel 2020 e 2021, ha rotto nel 2022 l'alleanza anti-jihadista dei Paesi del Sahel, detta G5 e sostenuto dalla Francia, e gli accordi di difesa con Parigi determinando il ritiro della missione francese Barkhane e la chiusura di quella europea Takuba. Da allora la giunta militare si è di fatto riavvicinata alla Russia e ha aperto le porte al Gruppo Wagner per combattere i miliziani islamici. I mercenari russi sono accusati di aver ucciso anche diverse centinaia di civili. Anche il Burkina Faso sta seguendo lo stesso percorso del Mali.
Gli uomini di Wagner sono stati collegati all'uccisione nel 2018 di tre giornalisti russi (Orkhan Dzhemal, Alexander Rastorguyev e Kirill Radchenko) che stavano indagando proprio sulla presenza dei mercenari in Centrafrica. Sono accusati di aver partecipato a numerosi massacri perpetrati insieme alle forze armate regolari del Paese.
Nel 2017 i mercenari furono inviati in Sudan per sostenere militarmente le forze dell'allora presidente Omar al-Bashir contro il Sud Sudan e per proteggere le miniere di oro, uranio e diamanti. L'anno dopo sarebbero stati inviati nella regione sudanese del Darfur per addestrare i militari e avrebbero aiutato il governo nella repressione delle proteste che rovesciarono al Bashir.