Secondo gli estremisti, l'italiano rapito nel 2012 in Pakistan e poi ucciso in un raid americano, si sarebbe convertito all'Islam prima di morire
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Secondo Al Qaeda Giovanni Lo Porto, l'italiano rapito nel 2012 in Pakistan e poi ucciso in un raid americano, si sarebbe convertito all'Islam prima di morire. Un'affermazione che ha suscitato lo sdegno della sua famiglia. "Siamo indignati - fanno sapere i parenti - e schifati per quello che stanno scrivendo su di lui. Non solo lo hanno ucciso, stanno anche infangando il suo nome. Conoscendolo, non si sarebbe mai convertito, credeva in un solo Dio".
"Mio fratello non si è mai convertito all'Islam, qualsiasi affermazione che insinui questo è falsa. Era cattolico, magari non era praticante assiduo, ma quella era la sua religione. Mi riservo di querelare chiunque sostenga la tesi su una sua ipotetica conversione", ha spiegato Giuseppe Lo Porto.
"Era una perla di persona, una persona d'oro", ha ricordato la cognata, Giovanna Piazza. "La mamma è arrabbiata, ferita. Non solo il dolore per un figlio perso, ma vedere queste cose scritte mesi dopo è un'offesa alla memoria. Giovanni è morto per aiutare gli altri, scrivere queste cose è vergognoso. Ragazzi come lui non esistono più". Rispetto alla presunta conversione non ha dubbi: "Conoscendolo, ci metterei la mano sul fuoco, non si sarebbe mai convertito. Credeva in un solo Dio".
La famiglia Lo Porto ha ricevuto a Palermo la visita del cooperante tedesco Bernd Muehlenbeck, che nel gennaio 2012 venne sequestrato insieme a Giovanni Lo Porto. Muehlenbeck venne liberato dopo due anni e mezzo di prigionia; Lo Porto no. L'uomo ai familiari ha espresso vicinanza e avrebbe consegnato degli oggetti personali e un pc appartenuto al giovane.