L'iniziativa doveva portare al rilascio anche di due cittadini americani detenuti in Russia in cambio di Vadim Krasikov, ex colonnello dei servizi di sicurezza russi Fsb, detenuto in Germania per omicidio
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Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione anticorruzione di Alexei Navalny, ha confermato che l'oppositore, morto il 16 febbraio, doveva essere rilasciato nell'ambito di uno scambio di prigionieri con gli Usa e la Germania. Lo scambio, ha aggiunto, doveva portare al rilascio anche di due cittadini americani detenuti in Russia in cambio di Vadim Krasikov, ex colonnello dei servizi di sicurezza russi Fsb, detenuto in Germania per omicidio.
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In un video, Pevchikh afferma che l'accordo era in una fase finale dopo due anni di trattative e che la proposta definitiva era stata consegnata al presidente russo Vladimir Putin da Roman Abramovich. Essa prevedeva la liberazione, insieme con Navalny, dei cittadini ameriani Evan Gershkovich e Paul Whelan, detenuti in Russia con l'accusa di spionaggio.
Sempre secondo Pevchikh, Putin avrebbe però deciso di uccidere Navalny, che riteneva troppo pericoloso, per poi ottenere la liberazione di Krasikov con un altro detenuto politico. La collaboratrice di Navalny ha anche accusato funzionari americani e tedeschi di avere fatto ritardare il possibile scambio a causa della loro passività.
Intanto l'ex portavoce dell'oppositore del Cremlino, Kira Yarmysh, afferma che il Team Navalny "sta cercando una sala per l'addio pubblico ad Alexei, alla fine di questa settimana lavorativa".