Il Cremlino respinge le "dichiarazioni rozze" sulla morte dell'oppositore di Putin e precisa di non avere competenza in merito all'accesso dei parenti alla salma
I collaboratori di Alexei Navalny hanno reso noto che le autorità russe hanno negato alla famiglia del dissidente l'accesso alla sua salma per il terzo giorno consecutivo. "La madre di Alexei e i suoi avvocati sono arrivati all'obitorio lunedì mattina presto - ha reso noto sui social media la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh -. Non è stato permesso loro di entrare. Uno degli avvocati è stato letteralmente spinto fuori. Quando è stato chiesto al personale se il corpo di Alexei fosse lì, non hanno risposto".
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L'indagine delle autorità russe sulla morte di Alexei Navalny "è stata estesa". Lo hanno detto gli inquirenti alla madre dell'ex leader dell'opposizione deceduto in carcere venerdì scorso, secondo quanto riferito dalla portavoce di Navalny. "Non si sa per quanto tempo andrà avanti. La causa della morte è ancora 'indeterminata'. Mentono, prendono tempo e non lo nascondono nemmeno", ha scritto su X Kira Yarmysh.
Una conferma della proroga delle indagini è arrivata anche dal Cremlino. "L'inchiesta sulla morte è ancora in corso e per il momento non ci sono risultati", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe. Il Cremlino, inoltre, ritiene inammissibile le dichiarazioni "rozze" da parte dei Paesi occidentali sulla morte di Navalny fino a quando i risultati delle indagini non saranno resi pubblici.
Il Cremlino ha poi precisato di non avere competenza in merito all'accesso dei parenti alla salma dell'oppositore di Putin. "Non siamo coinvolti in tale questione, questa non è una funzione dell'amministrazione presidenziale", ha dichiarato Peskov.
Gli Stati membri dell'Ue proporranno sicuramente delle sanzioni contro i responsabili della morte del dissidente russo. "Il responsabile è Putin stesso, ma possiamo scendere fino alla struttura istituzionale del sistema penitenziario in Russia", ha affermato l'Alto rappresentante Josep Borrell.
E proprio il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha poi detto: "Tutto indica" Alexei Navalny è stato "ucciso intenzionalmente, a dimostrazione della spietatezza e della perfidia di Putin, per il quale nessuna vita umana conta veramente".