Ormai è diventato un enorme problema sociale. San Francisco e Los Angeles sono invase da emarginati che vagabondano per le città
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È scattata l'emergenza nel cosiddetto Stato del sole per la moltitudine di persone con problemi mentali, alcolisti o ex carcerati, che hanno invaso le metropoli e bivaccano per le strade.
La contea di Los Angeles detiene il triste primato di 80.000 homeless che, accampati sotto le tende donate dall'amministrazione cittadina, assediano luoghi mitici come Hollywood e Beverly Hills. I pullman di turisti in visita ai luoghi che hanno reso l'America un sogno agli occhi del mondo, assistono sconcertati al via vai di senzatetto ormai padroni della situazione. La maggior parte sono bianchi che hanno perso ogni contatto con la realtà. Molti sono giovani che, non in grado di sopportare lo stress di una società molto competitiva, sono abbandonati a loro stessi e vivono senza nessuna prospettiva.
Lo spettro delle baraccopoli che spuntarono in California durante gli anni della grande depressione sembra tornare ad avverarsi. Il presidente Trump cerca di correre ai ripari con l'invio di una task force federale e la denuncia di diverse città californiane per "violazioni di leggi sanitarie".
Eric Giarretti, sindaco di Los Angeles, ha stanziato 27 milioni di dollari per "l'igiene dei marciapiedi", eufemismo che indica la raccolta di feci umane. E da più parti si invoca il ripristino della legge contro il vagabondaggio, come in Idaho, che ha reintrodotto l'arresto per chi non accetta il ricovero nei centri di accoglienza.
Ma la soluzione definitiva sembra ben lontana da essere trovata