La polizia ha circondato il penitenziario e chiuso le uscite
Prosegue l'ondata di violenza nelle carceri brasiliane che, dall'inizio di gennaio, conta già un centinaio di morti. Nella notte, nel penitenziario di Alcacuz, nello stato settentrionale del Rio Grande, in una sommossa tra bande rivali sono stati uccisi 10 detenuti. Zemilton Silva, coordinatore del carcere, ha spiegato che "abbiamo visto le teste di tre detenuti strappate via". La polizia ha circondato la prigione e bloccato le uscite.
Gli agenti non sono però ancora potuti entrare nel penitenziario per sedare la rivolta perché i detenuti sono armati.
Brasile: altra strage in carcere, 10 morti, 3 decapitati (2) L'ultima sommossa nel carcere di Alcacuz risale al novembre 2015, quando in uno dei padiglioni fu scoperto un tunnel scavato dai detenuti. Il penitenziario può ospitare 620 persone, ma attualmente i carcerati nella struttura sono 1.083.
La scia di sangue - Nella notte tra il primo e il 2 gennaio il carcere Anisio Jobim di Manaus, capitale amazzonica, è stato teatro di una carneficina con 60 morti, molti smembrati e decapitati, scatenata da una rissa tra gang rivali, la Familia do Norte e il Primeiro Comando da Capital. Solo quattro giorni dopo è avvenuta un'altra mattanza, con 33 morti, nel Penitenziario agricolo di Monte Cristo, il maggior carcere dello Stato di Roraima, nel nord del Brasile. Secondo le autorità locali, l'eccidio potrebbe essere stato provocato dalla gang Primeiro Comando da Capital per vendicarsi del massacro di suoi membri nella prigione a Manaus.