Rapporto 2015-2016: c'è stata una marcia indietro: "Non solo non è stato segnato nessun progresso ma al contrario sono diminuiti"
"Il 2015 è stato uno degli anni neri per i diritti umani". Così il direttore di Amnesty International Italia, Giulio Rufini, sul rapporto 2015-2016 dell'organizzazione umanitaria. C'è stata, addirittura, una marcia indietro: "Non solo non è stato segnato nessun progresso - ha affermato -, ma al contrario sono diminuiti". Parlando del caso Regeni, ha attaccato: "L'Egitto deve dare una risposta chiara all'Italia. Ci accontenteremo solo della verità".
Proprio sul caso Regeni, Rufini precisa: Amnesty International ha lanciato la campagna #veritàpergiulioregeni. Anche il portavoce Riccardo Noury è tornato sull'argomento: "L'Egitto deve dare una risposta chiara all'Italia. Non ci accontenteremo di niente di meno della verità - ha detto -. In quel Paese purtroppo la tortura è una prassi ancora molto utilizzata, le nostre istituzioni non possono accettare risposte posticce. Lotteremo finché non sapremo come è morto Giulio".
Diritti umani in Italia, il decalogo - Ecco i 10 punti del piano di Amnesty per i diritti umani in Italia:
1. garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura;
2. fermare il femminicidio e la violenza contro le donne;
3. proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento, la discriminazione e la criminalizzazione dei migranti;
4. assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri;
5. combattere l'omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti;
6. fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom;
7. creare un'istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani;
8. imporre alle aziende italiane il rispetto dei diritti umani;
9. lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nel rapporto con gli altri Stati;
10. rispettare gli standard internazionali e nazionali sul commercio delle armi.