Migliaia i palestinesi radunatisi al confine nel terzo venerdì di protesta consecutivo: alcuni hanno incendiato le bandiere israeliane
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Torna alta la tensione al confine tra la Striscia di Gaza e Israele, dove oltre 900 manifestanti palestinesi sono rimasti feriti negli scontri con l'esercito israeliano, dopo essere stati colpiti dai proiettili e intossicati dai gas. Lo ha detto il portavoce del ministero della Sanità della Striscia. I dimostranti hanno lanciato ordigni e bombe incendiarie contro i soldati e hanno bruciato bandiere israeliane.
Tra le persone rimaste coinvolte negli scontri figurano anche alcuni giornalisti e membri dello staff medico. Sono migliaia le persone radunatesi alla barriera in quello che è il terzo venerdì di scontri consecutivo.
"Non lasciatevi ingannare dalla cortina fumogena e dai civili. Le cosiddette dimostrazioni non sono null'altro che un altro tentativo di Hamas di terrorizzare Israele", ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Jonathan Conricus, affermando che le proteste sono "appoggiate dall'Iran".
Vicino a Khan Yunis, nel sud del Paese, i manifestanti hanno bruciato le immagini del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che considerano "amico di Israele".
La data ufficiale della fine delle proteste è stata fissata per il 15 maggio, che per i palestinesi corrisponde al giorno della "Nakba" ("catastrofe"), per commemorare gli oltre 700mila fuggiti o espulsi durante la guerra del 1948 che ha sancito la creazione dello Stato Ebraico.