ESCALATION DI VIOLENZA

Ancora violenza in Israele, attentati a Gerusalemme e Tel Aviv: 3 vittime

Tra i morti c'è anche un rabbino. Due persone sono morte nell'attacco a un autobus, il religioso per l'autobomba contro la fermata del bus. Una ventina i feriti

13 Ott 2015 - 21:25

    © -afp

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Continua l'escalation di violenza in Israele. Tre persone sono rimaste uccise e una ventina ferite in seguito a quattro attacchi dei palestinesi contro civili israeliani avvenuti a Gerusalemme e a Raanana, a nord di Tel Aviv. Fra le tre vittime anche un rabbino, ucciso da un'autobomba lanciata contro una fermata dell'autobus. Le altre due persone sono morte nell'attacco a un bus.

Hamas si è felicitata per la "intifada dei coltelli" diretta contro gli israeliani. Ma il premier Benyamin Netanyahu - prima di presiedere la riunione di emergenza del proprio esecutivo sulle prossime mosse da decidere - ha avvertito che "non esiterà a usare tutti i mezzi del nostro arsenale per riportare la calma".

"Voglio dire al presidente Abu Mazen: basta mentire e istigare. Un vero leader deve agire con responsabilità. Stop all'istigazione dell'Autorità nazionale palestinese sulla Spianata delle Moschee e su Gerusalemme", ha ammonito. "Non trasformate gli assassini in eroi" ha poi proseguito Netanyahu addossando a Ramallah la responsabilità del deterioramento della situazione.

"Chiudere" Gerusalemme est - Anche l'opposizione israeliana sembra concordare su una mossa che sembra nell'aria: quella di "chiudere", almeno temporaneamente come ha chiesto il laburista Isaac Herzog, i quartieri arabi di Gerusalemme e anche la Cisgiordania. Una scelta che è suffragata dal fatto che cinque degli attentatori palestinesi provengono da Gerusalemme est, almeno tre di questi dal quartiere arabo di Jabel Mukabber, e tutti hanno la carta di identità israeliana.

Lo Shin Bet, la sicurezza interna di Israele, ha inoltre fatto sapere che più dell'80% dei palestinesi responsabili degli attentati dai primi di ottobre sono residenti di Gerusalemme est e hanno appunto documenti israeliani.

Nel primo attentato a Raanana, a colpire a coltellate i passanti ad una fermata di autobus in centro città è stato un arabo poi bloccato dalle forze di sicurezza. Il secondo attacco è avvenuto a un chilometro di distanza dal primo luogo: anche in questo caso un palestinese si è scagliato davanti un ospedale contro i passanti ferendone almeno tre, prima di essere fermato da altri passanti e consegnato alla polizia.

Attacchi a Gerusalemme - Nel mezzo, Gerusalemme viveva un doppio attacco simultaneo: nel primo ad Harmon HaNatziv, due palestinesi su un autobus in partenza hanno cominciato a sparare ed a accoltellare i passeggeri. Un israeliano di circa 60 anni è morto subito e un altro sui 40 è deceduto in seguito in ospedale. Uno dei due palestinesi è stato ucciso dalla reazione delle forze di polizia e l'altro ferito seriamente. Secondo attentato - Il secondo attentato è avvenuto non distante dal quartiere ebraico di Mea Shearim: l'attentatore palestinese ha lanciato la sua auto - un furgoncino della compagnia israeliana Bezeq - contro una fermata di autobus. Dopo l'investimento è sceso ed ha cominciato ad accoltellare la gente stesa per terra uccidendo il rabbino Yeshayahu Krishevsky e ferendo altri.

Gerusalemme a lungo è stata sconvolta per il doppio attentato che ha fatto ripiombare la città nel terrore.

Scontri anche a Gaza - Ma ci sono stati scontri anche a Gaza dove per la terza volta al confine i palestinesi hanno cercato di sfondare la rete di protezione nel tentativo di sconfinare e a Betlemme un manifestante palestinese e' morto negli scontri con l'esercito israeliano. Da Ramallah il segretario dell'Olp ha detto di ritenere "il governo israeliano completamente responsabile per l'escalation di violenza a Gerusalemme, in Cisgiordania e Gaza e ha chiesto all'Onu di aprire una inchiesta su "esecuzioni sommarie ed extragiudiziarie" da parte della polizia israeliana.

Appello degli Usa - Gli Usa hanno invitato le parti ad "allentare le tensioni" sottolineando che hanno un rapporto indissolubile con Israele.

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