Ilaria De Rosa, che si è sempre dichiarata innocente, è stata rimpatriata dopo sei mesi
L'Arabia Saudita ha espulso Ilaria De Rosa, la 23enne assistente di volo di Resana (in provincia di Treviso) arrestata a maggio per il possesso di una piccola quantità di hashish e condannata a 6 mesi di carcere. Dopo essere stata imbarcata sul volo Gedda-Roma, è atterrata all'aeroporto di Fiumicino con un volo di linea della Saudi Arabian Airlines. La hostess, che si è sempre dichiarata innocente, ha evitato i giornalisti che la attendevano al passaggio degli arrivi T3 dell'aeroporto, uscendo da un altro varco accompagnata dalle forze dell'ordine.
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La giovane, nonostante il periodo di detenzione, "sta bene, è in buone condizioni di salute. Chiede solo che sia rispettato il suo riserbo e quello della famiglia, per dimenticare al più presto questa disavventura". Lo ha riferito il senatore veneto Pierantonio Zanettin (Fi), dopo essersi sentito con il personale della Farnesina che hanno accolto la giovane a Fiumicino. "Ilaria, mi è stato detto, ha voluto ringraziare per il grande lavoro il nostro corpo diplomatico, in particolare il console a Gedda, Leonardo Costa, che le è stato vicino in questi mesi".
Il caso era emerso a metà maggio, quando sua madre si recò presso la stazione dei carabinieri di Castelfranco Veneto per denunciare la scomparsa della giovane. In quel periodo, Ilaria si trovava a Gedda ma aveva smesso di dare notizie. Al momento, non è chiaro se la giovane tornerà in Veneto, residenza di sua madre, o se si dirigerà verso il Belgio, dove risiede suo padre, un ufficiale dell'Aeronautica in servizio presso una base della Nato.
Ilaria De Rosa si trovava in carcere a Gedda. Il 5 maggio, durante una festa tenutasi all'interno di una villa, l'assistente di volo impiegata presso la compagnia aerea lituana Avion Express è stata detenuta in seguito all'accusa di possedere una quantità minima di hashish. La giovane ha subito negato l'accusa, ottenendo il pieno sostegno dei tre amici presenti con lei quella sera, i quali l'hanno scagionata da ogni responsabilità.
La sera dell'arresto, la giovane raccontò la delicata vicenda al console generale a Gedda, non appena ebbe l'opportunità di incontrarlo. "Stavo cenando con altre persone nel giardino di una villa situata in un complesso residenziale - spiegò - quando improvvisamente una decina di individui in abiti civili, ma armati, ci circondò e ci fermò per una perquisizione".
Al console la giovane disse di aver inizialmente pensato che si trattasse di una rapina, e capì di essere stata arrestata solo quando venne portata in una stazione di polizia. La giovane hostess spiegò che fu sottoposta a un interrogatorio formale in inglese solo dopo 5 giorni dall'arresto, durante il quale le furono contestate accuse relative al possesso di sostanze stupefacenti.