VIA AI SEQUESTRI

Arabia Saudita vieta i giochi arcobaleno: "Sollecitano l'omosessualità"

"Difendiamo i giovani dalla deriva morale", ha affermato un funzionario del ministero del commercio che ha ordinato i sequestri nei negozi

16 Giu 2022 - 06:39
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Le autorità dell'Arabia Saudita hanno sequestrato giocattoli e vestiti per bambini con i colori dell'arcobaleno, perché sostengono che incoraggino l'omosessualità. Lo afferma, come riportato dalla Bbc, il ministero del commercio sulla tv di Stato. Un servizio di Al-Ekhbariya mostrava funzionari del ministero del Commercio che rimuovono una serie di articoli dai negozi della capitale Riad, tra cui fermagli per capelli, pop-it, magliette, cappelli e astucci. Un funzionario ha affermato che gli articoli "contraddicono la fede islamica e la morale pubblica e promuovono i colori omosessuali prendendo di mira le giovani generazioni".

Un funzionario ha affermato che gli articoli "contraddicono la fede islamica e la morale pubblica e promuovono i colori omosessuali prendendo di mira le giovani generazioni". Il ministero del Commercio ha twittato separatamente che i suoi team stavano confiscando "prodotti che contengono simboli e segni che invitano alla deviazione e contraddicono il buon senso". A dicembre, le autorità del vicino Qatar avevano annunciato di aver sequestrato dai negozi pop-it color arcobaleno e altri giocattoli perché recavano "slogan contrari ai valori islamici".

L'omosessualità punita con fustigazione o condanna a morte - Sebbene il regime musulmano sunnita dell'Arabia Saudita non abbia leggi sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, compreso il sesso omosessuale, sono severamente vietati. Secondo l'interpretazione del Paese della legge islamica, la condotta sessuale consensuale tra persone dello stesso sesso è punibile con la morte o la fustigazione, a seconda della gravità del caso.

È inoltre illegale per gli uomini "comportarsi come donne" o indossare abiti femminili, e viceversa, ed è vietato svolgere attività online che ledano "l'ordine pubblico, i valori religiosi, la morale pubblica e la privacy".
 

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