REVOCATO LO STATUS DI RIFUGIATO

Brigate Rosse, arrestato in Argentina il latitante Bertulazzi: sarà estradato in Italia

Ricercato dal 1980, l'uomo deve scontare 27 anni di reclusione per vari reati. Giorgia Meloni si congratula con le autorità argentine

30 Ago 2024 - 16:10

Il latitante delle Brigate Rosse Leonardo Bertulazzi è stato arrestato in Argentina e sarà estradato in Italia, dopo la revoca dello status di rifugiato che aveva ottenuto nel 2004. L'uomo deve scontare 27 anni di reclusione per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata. Latitante dal 1980, Bertulazzi era tra i responsabili del sequestro dell'ingegnere Piero Costa avvenuto a Genova nel 1977. Giorgia Meloni ha espresso "profondo apprezzamento alle autorità argentine".

"L'arresto del latitante membro delle Brigate Rosse è stato reso possibile da un'intensa e proficua collaborazione tra le autorità giudiziarie italiane, argentine e Interpol", si legge in un comunicato di Palazzo Chigi.

Argentina, arrestato il latitante delle BR Bertulazzi

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Chi è Leonardo Bertulazzi

 Già arrestato nel 2002 a Buenos Aires, Bertulazzi veniva poi rilasciato qualche mese dopo. Appartenente alla colonna genovese delle Brigate Rosse, deve espiare una pena complessiva di anni 27 di reclusione per sequestro di persona, associazione sovversiva, banda armata e altri capi d'accusa. Latitante dal 1980, si è reso colpevole, tra gli altri delitti, di partecipazione al sequestro dell'ingegnere navale Piero Costa, avvenuto a Genova il 12 gennaio 1977.

Il sequestro dell'ingegnere Piero Costa

 Il sequestro di Costa era finalizzato all'acquisizione di mezzi finanziari per sovvenzionare l'attività terroristica. Cinquanta milioni di lire vennero utilizzati per l'acquisto dell'appartamento di via Montalcini 8 a Roma, dove venne tenuto prigioniero Aldo Moro per il periodo del suo sequestro. Il 12 gennaio 1977 alle 19:30 il 42enne Pietro Costa, spostato e due figli, membro di una tra le più ricche famiglie di armatori genovesi viene sequestrato vicino alla sua casa di Castelletto. Due uomini armati lo afferrano e lo spingono nell'abitacolo di una Fiat 132 che riparte a tutta velocità. Nel frattempo, due complici avevano sbarrato la strada parcheggiando una Fiat 125 di traverso sulla carreggiata. I rapitori appartengono tutti alla colonna genovese delle Brigate Rosse e la prima richiesta di riscatto è di 10 miliardi di lire per poi scendere a cinque.

La trattativa per il riscatto e il pagamento

 La trattativa con la famiglia Costa porterà al ridimensionamento della richiesta a un miliardo e mezzo di lire. Il pagamento è stato portato a termine a Roma, nel parco di Villa Sciarra, il 26 marzo. Costa, che per tutto il periodo del sequestro venne tenuto segregato da Riccardo Dura, verrà rilasciato all'alba del 4 aprile, legato mani e piedi in salita San Bersezio.

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