Si complica il caso del pm che accusava la presidente Kirchner di aver coperto gli iraniani in cambio di favori commerciali a Buenos Aires
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E' giallo sul suicidio di Alberto Nisman, il pm argentino trovato morto con un proiettile in testa nel suo appartamento di Buenos Aires. Le analisi effettuate sul corpo dell'uomo, che accusava la presidente Cristina Kirchner di aver coperto gli iraniani, non hanno infatti rilevato tracce di polvere da sparo sulle mani, secondo quanto ha riferito Viviana Fein, responsabile dell'inchiesta.
Accanto al cadavere del procuratore c'erano una pistola calibro 22 e un bossolo. E, secondo i risultati dell'autopsia, la pallottola ritrovata nel cervello del pm corrispondeva all'arma rinvenuta. La Fein ha comunque precisato che "questo non vuol dire che non sia stato Nisman a sparare" perché "una calibro 22 non è un'arma di guerra, il che fa sì che molte volte lo 'scanning elettronico' (sul corpo della vittima) non dà un risultato positivo".
D'altra parte Jorge Kirszenbaum, un dirigente della comunità ebraica locale che conosceva Nisman, ha detto alla stampa che nell'appartamento del pm è stata ritrovata una nota indirizzata alla sua domestica, con una lista della spesa per la giornata di lunedì, cioè il giorno successivo al presunto suicidio del pm.