Partito il progetto di Evk2Cnr, Comitato scientifico bergamasco in Nepal
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Raggiungere la vetta dell’Everest? Un gioco da ragazzi. Dimenticate gli sherpa: d’ora in poi a condurci sul tetto del mondo sarà una webcam Mobotix, posizionata sulla cima di Kala Patthar a 5.600 metri di quota. Collegata Wifi a tutto il mondo, con un ponte radio Alvarion. Giampietro Verza, responsabile tecnico del Comitato bergamasco EvK2Cnr, racconta il progetto al Tgcom.
Un’idea originale quella di una telecamera sull’Everest. Com’è nata?
Dalla passione mia e di Agostino Da Polenza per queste grandi montagne e dal nostro lavoro in Nepal, al laboratorio Piramide. Siamo qui da 20 anni e ci siamo detti: “perché non fare qualcosa per portare a casa qualche immagine?”
Cosa potremo vedere collegandoci al vostro sito?
Le immagini delle montagne, negli orari diurni nepalesi, quindi dalle 6 di mattina alle 6 di sera. E poi i dati che riceviamo in tempo reale dalla stazione di Colle Sud. La sensazione, per i profani, ma anche per gli esperti, sarà quella di poter dare uno sguardo sul tetto del mondo e nello stesso tempo capire cosa sta accadendo in termini climatici: temperatura, variazioni e così via.
Al di là della spettacolarità delle immagini, quali sono le applicazioni scientifiche di questo progetto?
Avere immagini in tempo reale, e soprattutto di alta qualità, ha una grande valenza anche dal punto di vista degli studi ambientali e scientifici. Tra l’altro la webcam riprende Colle Sud che, oltre ad essere il colle più alto del mondo coi suoi 8 mila metri, è anche il posto dove andremo presto a installare una stazione metereologica nuova, con un sistema di back up.
E’ stato difficile piazzare una telecamera a quell’altitudine? Quali difficoltà avete incontrato?
E’ stato laborioso. Non uso il termine difficile perché quello che facciamo alla Piramide è sempre un po’ complicato: partiamo da 5mila metri e arriviamo fino al tetto del mondo. Un’operazione come questa ci ha impegnato perché abbiamo voluto garantirci la stabilità del sistema con tutta una serie di test preliminari. La cosa carina è che, negli ultimi giorni, il nostro personale sherpa si è lasciato cogliere dall’entusiasmo e ha spinto affinché questa installazione fosse realizzata il prima possibile.
Nel futuro cosa dobbiamo aspettarci?
Noi ci aspettiamo che tutto funzioni al meglio perché ci teniamo a condividere col mondo queste belle montagne. Poi naturalmente le notizie viaggiano veloci. E recentemente i nostri colleghi pakistani ci hanno comunicato il desiderio di avere anche loro un’immagine del K2.