Presentati i risultati degli studi sulla particella ritenuta cruciale nella formazione dell'universo
© reuters
Il bosone di Higgs, la particella determinante per spiegare le teorie sull'Universo, esiste. A confermarlo, nel corso di una conferenza stampa mondiale, i ricercatori che lavorano al Large Hadron Collider. In particolare ad avere rilevato l'esistenza di questa particella tanto elusiva, sono stati i ricercatori che lavorano a due dei tre esperimenti che sono installati lungo i 27 chilometri dell'acceleratore di particelle, e cioè Atlas e Cms.
I dati, accolti da un applauso fragoroso, sono emersi dagli esperimenti Cms, coordinato dall'americano Joseph Incandela, e Atlas, coordinato dall'Italiana Fabiola Gianotti. Entrambi indicano con un margine di errore vicino allo zero che il bosone di Higgs ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV), ossia pesa fra 125 e 126 volte più di un protone, una delle particelle che costituiscono il nucleo di un atomo. Presente a Ginevra anche l'83enne Peter Higgs, uno dei fisici che per primo aveva teorizzato l'esistenza della particella che a lui è stata dedicata.
Heuer: "Nuova tappa nella comprensione della natura"
"Abbiamo superato una nuova tappa nella nostra comprensione della natura", ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer. "La scoperta di una particella le cui caratteristiche sono compatibili con quelle del bosone di Higgs", anello mancante nella teoria delle particelle elementari, "apre la via a ulteriori studi, che richiedono più statistiche, che stabiliranno le proprietà della nuova particella".