Azione legale senza precedenti: gli Stati Uniti potrebbero chiedere almeno 5 miliardi
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L'amministrazione Obama sta per citare in giudizio Standard & Poor's. L'agenzia di rating tra le più importanti al mondo è accusata dalla Casa Bianca di aver sopravvalutato alcuni titoli immobiliari, contribuendo in maniera determinante a scatenare la crisi dei mutui subprime nel 2008. Gli Stati Uniti potrebbero chiedere almeno 5 miliardi di dollari di indennizzi.
Valutazioni "troppo rosee" - A riportare la notizia è il Wall Street Journal, secondo cui l'azione legale sarà avviata entro questa settimana sia a livello federale che statale. Infatti, presenteranno le carte in tribunale sia il Dipartimento alla Giustizia che i procuratori di diversi Stati. Un'iniziativa attesa dopo il fallimento dei colloqui con i vertici della stessa Standard&Poor's.
Il colosso del rating è accusato di aver emesso valutazioni "troppo rosee" su migliaia di mutui subprime venduti da alcune banche di investimento poco prima che si verificasse il crollo del mercato americano dei titoli immobiliari.
Ci sarebbero prove, testimonianze ed e-mail raccolte in anni di indagini. Il collasso finanziario americano e mondiale, le cui ripercussioni si sentono ancora oggi, potrebbe così avere un colpevole.
Agenzie di rating sotto accusa - Per indagare sui fatti all'origine della crisi fu istituita negli Stati Uniti la Financial Crisis Inquiry Commission. La commissione aveva individuato già due anni fa palesi responsabilità da parte delle agenzie di rating. Nel mirino anche Moody's e Fitch: le quali, però, al momento non sono al centro di alcuna azione legale.
La decisione di procedere civilmente contro Standard&Poor's non ha precedenti e per la prima volta un'agenzia di rating potrebbe essere chiamata a pagare per la crisi del 2008.
Uno "sceriffo" per far rispettare le regole - Ma questa non è l'unica mossa di Obama rivolta a mettere ordine nel mondo della finanza. Il presidente americano sembra intenzionato a portare avanti una vera e propria riforma di Wall Street. A dimostrarlo, anche la nomina di un ex-procuratore, a capo della Securities and Exchange Commission, l'ente federale preposto alla vigilanza della borsa valori, analoga all'italiana Consob. Una sorta di "sceriffo" per garantire che le nuove regole nel settore finanziario vengano realmente attuate e applicate.