La Corte di Strasburgo: avvenga come per le coppie eterosessuali non sposate
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Nelle coppie omosessuali i partner devono avere il diritto di adottare i figli dei compagni, cosi come avviene per le coppie eterosessuali non sposate. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani in una sentenza emessa su un ricorso presentato da una coppia di donne austriache e dal figlio di una di loro.
La Corte di Strasburgo ha emesso la sua sentenza, definitiva, per il caso austriaco. I principi valgono però per tutti i 46 Stati del Consiglio d'Europa. In Austria, nel caso particolare, la possibilità di adottare i figli del partner è già prevista per le coppie eterosessuali. Secondo la Corte dunque Vienna ha violato i diritti delle due donne, discriminate per il loro orientamento sessuale.
L'iter giudiziario austriaco aveva avuto come conseguenza una vero e proprio paradosso: concedere l'adozione alla partner della mamma avrebbe portato la madre stessa a perdere i diritti sul figlio. E così, a Strasburgo hanno dichiarato che Vienna non è riuscita a fare un passo ulteriore: trattare allo stesso modo le coppie gay e quelle etero. In caso contrario, si rischia di non tutelare gli interessi dei minori.
La Corte ha dunque stabilito che, con il suo comportamento, Vienna ha violato gli articoli della convenzione europea che assicurano la non discriminazione e il diritto al rispetto della vita familiare. Le due donne coinvolte vivono da anni insieme e con il figlio di una delle due.
Nel 2005 le donne avevano firmato un accordo di adozione per sancire il legame anche con la partner della madre. Ma il tribunale non ha voluto riconoscere l'accordo perché il codice civile austriaco stabilisce che chi adotta si sostituisce al genitore naturale dello stesso sesso, interrompendo di fatto quel legame. Ecco dunque la decisione delle due di rivolgersi alla Corte di Strasburgo. Con successo.