Si allarga lo scandalo francese. Le grandi banche permettevano ai loro clienti di operare in paradisi fiscali come le Isole Vergini e le Cook per comprare ville, yacht, capolavori d'arte
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Le rivelazioni sui conti esteri di alcuni politici francesi, che la stampa transalpina ha già ribattezzato "Offshoreleaks", rischia di travolgere anche l'Italia. Fonti giornalistiche di Parigi definiscono infatti l'affare "uno scandalo fiscale planetario", che coinvolge personaggi di vertice in tutto il mondo, compreso il nostro Paese.
Commercialisti e hacker, i primi nomi degli italiani coinvolti - E' "L'Espresso" a fare i primi nomi dei nostri connazionali (sarebbero 200 in tutto) coinvolti nella vicenda. Il settimanale rivela che il titolare di un trust alle Cook Islands sarebbe Gaetano Terrin, ex commercialista dello studio di Tremonti. Risulterebbe poi che una società offshore con base alle Vergini avrebbe come beneficiario Fabio Ghioni, hacker dello scandalo Telecom, condannato per spionaggio illegale.
Ci sarebbe poi un sistema finanziario legato a tre famiglie lombarde di imprenditori e gioiellieri, in cui la protagonista sarebbe Silvana Inzadi in Carimati di Carimate, che avrebbe dato vita a una struttura di trust alle Cook. In prima fila nell'affare figurano i Pederzani, titolari della gioielleria di via Montenapoleone a Milano. A loro si aggiunge Maria Cristina Agusta, che appartiene alla famiglia della nota società che produce elicotteri. Infine, coinvolta la famiglia di Dario e Pierre Luigi Camurati, con i figli Nicolò e Cristiana. E ancora, nell'inchiesta si parla di un trust che sarebbe diretto dai commercialisti milanesi Oreste e Carlo Severgnini, attivi nei più importanti gruppi italiani.
Big coinvolti nell'indagine - Alcuni nomi delle personalità individuate a livello internazionale nell'indagine sono stati pubblicati dal "Guardian", che specifica però, citandoli: "Non si suggerisce automaticamente che abbiano infranto la legge". Tra i personaggi menzionati, figura anche Jean-Jacques Auger, co-tesoriere per la campagna elettorale del presidente francese Francois Hollande. Auger si è affrettato a precisare che il Capo dello Stato non ha "nulla a che vedere, né da vicino né da lontano" con i suoi investimenti nelle società alle isole Cayman, aggiungendo che Hollande non era al corrente dei suoi investimenti.
Tra i personaggi coinvolti anche l'ex ministro della Finanza mongolo Bayartsogt Sangajav, il presidente dell'Azerbaijan e la sua famiglia, la moglie dell'ex primo ministro russo Olga Shuvalova, il marito di una senatrice canadese, il governatore provinciale filippino e figlia dell'ex presidente Ferdinand Marcos, Maria Imelda Marcos Manotoc, la baronessa spagnola Carmen Thyseen-Bornemisza, nota collezionista d'arte, la statunitense Denise Rich, ex moglie del trader del petrolio Marc Rich.
Un cartello di super-ricchi per evadere - Dalle indagini risulta inoltre che "funzionari governativi e loro familiari e associati inAzerbaijan, Russia, Canada, Pakistan, Filippine, Thailandia, Canada, Mongolia e altri Paesi si sono uniti per l'uso di compagnie private e account bancari. I super-ricchi hanno usato strutture offshore per possedere ville, yacht, capolavori artistici e altri beni guadagnando vantaggi fiscali nell'anonimato non disponibile per la gente comune".
Coinvolte 100mila persone in tutto il mondo - Oltre 100mila sono le persone coinvolte nel caso, di 170 diversi Paesi. Il database dell'inchiesta contiene informazioni su più di 120mila aziende e "pesa" 260 gigabyte, una quantità superiore di 162 volte alla massa di dati pubblicati da Wikileaks per il "Cablegate". Il consorzio investigativo che indaga sulla vicenda, l'International Consortium of Investigative Journalists (Icij) di Washington, è venuto in possesso di oltre due milioni e mezzo di file che rivelano i conti segreti e le transazioni nascoste nei "forzieri" dei grandi ricchi del mondo. All'inchiesta hanno partecipato 86 giornalisti di tutto il mondo. Tra i detentori dei conti risulta che ci siano 4mila americani, insieme con oligarchi russi, uomini d'affari orientali e politici di tutto il mondo.
Grecia, dall'evasione i fondi per lo yacht degli Onassis - In Grecia sono state scovate oltre cento compagnie fantasma e, tra le transazioni scoperte, ci sono quelle per l'acquisto e la ristrutturazione del Christina O, effettuate tramite due società offshore, e per il celebre yacht di lusso della famiglia Onassis che ospitò, tra gli altri, John F. Kennedy, Marilyn Monroe, Winston Churchill e Maria Callas.
Obiettivo paradisi fiscali - Nel rapporto del consorzio si legge che "molte delle grandi banche, incluse Ubs, Clariden (Credit Suisse) e Deutsche Bank, hanno lavorato aggressivamente per fornire ai propri clienti compagnie coperte dal segreto alle Virgin Islands e altri paradisi fiscali". L'istituto di Francoforte avrebbe creato 309 fra trust e società di comodo attraverso la sua filiale di Singapore in diversi paradisi fiscali, in gran parte nelle Isole Vergini britanniche. In almeno un caso, un dipendente della filiale di Singapore avrebbe aiutato un cliente a "parcheggiare" il suo yacht in una società offshore.
Ue: pagherà chi protegge gli evasori - Bruxelles avverte che "ci saranno conseguenze" per i paradisi fiscali "che accettano o nascondono" i proventi dell'evasione fiscale, che "ogni anno nella Ue arriva a mille miliardi l'anno". A dirlo è stato il portavoce della Commissione Ue Olivier Bailly, commentando le prime informazioni sul caso. Bruxelles, ha ricordato Bailly, ha "una posizione molto ferma" contro le frodi fiscali e "a dicembre ha presentato ai 27 un pacchetto di trenta misure" ma "è ancora in attesa di risposta dagli Stati".