Scambio reciproco di accuse e responsabilità tra oppositori e chavisti per gli scontri, seguiti al voto contestato, in cui sono morte sette persone. Un centinaio gli arrestati per le violenze
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Almeno sette persone sono morte e 61 sono rimaste ferite negli scontri verificatisi a Caracas tra oppositori e chavisti. Lo rendono noto fonti ufficiali. I sostenitori dello sconfitto Henrique Capriles non accettano l'elezione di ieri di Nicolas Maduro alla presidenza del Venezuela e sono scesi in piazza. Maduro ha subito accusato l'avversario di progettare un colpo di stato. Dopo il voto, 135 persone sono state arrestate per violenze.
E' in realtà scambio di accuse per le violenze: Capriles e Maduro hanno entrambi accusato il fronte opposto di essere responsabile degli scontri che hanno causato i morti dopo l'annuncio del risultato delle elezioni di domenica. "L'illegittimo (Maduro) e il suo governo hanno ordinato queste violenze, per evitare il riconteggio dei voti! Loro sono i responsabili", ha scritto Capriles sulla suo profilo Twitter.
In un altro messaggio, il leader dell'opposizione ha detto: "Per quelli che stanno con me: il vostro cammino è la pace. Quelli che vogliono la violenza stiano ben lontani da noi!". Poche ore prima Maduro aveva puntato il dito contro l'opposizione "fascista", responsabile, secondo lui delle violenze. Il presidente venezuelano ha poi annunciato che "non permetterà" la manifestazione di protesta convocata per domani a Caracas da Capriles.