Dopo aver ignorato gli allarmi della Cia, sarebbe partito uno scaricabarile per proteggere la Clinton. Ma la Casa Bianca replica: "Mai ingannato gli americani"
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Le e-mail scambiate tra la Casa Bianca, il dipartimento di Stato e le agenzie di intelligence confermerebbero come l'amministrazione Obama abbia tentato di coprire gli allarmi lanciati dalla Cia, all'indomani dell'attentato al consolato di Bengasi. Lo ha reso noto la Abc che ha parlato di 12 versioni diverse delle comunicazioni dei fatti dell'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice, poi licenziata. Nell'attentato morì l'ambasciatore Chris Stevens.
Relazione modificata 12 volte - I cosiddetti "talking points" che servirono per la controversa relazione su Bengasi, in cui rimasero uccisi l'ambasciatore Usa e altri tre americani, fatta dall'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice - riporta Abc - furono modificati almeno dodici volte. E in una mail del Dipartimento di Stato - allora guidato da Hillary Clinton - la portavoce Victoria Nuland avrebbe obiettato sul fatto di inserire nei 'memo' per la Rice ogni riferimento alle segnalazioni della Cia su un possibile attacco di Al Qaeda a Bengasi. "Sono affermazioni che potrebbero essere usate da parte di alcuni membri del Congresso per colpire il Dipartimento di Stato, accusandolo di non aver prestato la necessaria attenzione agli allarmi", scriveva Nuland, aggiungendo: "Perché dovremmo alimentare tutto questo? La cosa mi preoccupa".
Documenti imbarazzanti per Obama e la Clinton - Le carte originali dicevano che la Cia fin dal mese di aprile aveva prodotto "numerose segnalazioni" su una possibile minaccia a Bengasi da parte di estremisti legati ad Al Qaeda. Ma poi, di questo, nei "talking points" della Rice non c'era più traccia. Documenti che imbarazzano l'amministrazione Obama, e che gettano un'ombra anche sull'ex segretario di Stato, Hillary Clinton, che molti vedono lanciata verso le presidenziali del 2016. E documenti che la Abc tira fuori nel momento in cui si fa sempre più pressante la richiesta di chiarimenti da parte dei repubblicani, con la richiesta dello speaker della Camera John Boehner di rendere pubbliche proprio tutte le e-mail della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato relative ai fatti dell'11 settembre 2012.
La Casa Bianca: "Mai ingannato gli americani" - Dopo lo scoop della Abc, la Casa Bianca si è difesa. "I cittadini americani - ha detto il portavoce Jay Carney - non sono stati ingannati sul quella vicenda che viene rivangata nel tentativo di politicizzare una tragedia". "La comunità dell'intelligence ha fornito le informazioni che riteneva opportuno comunicare al pubblico, ai membri dell'Amministrazione, del Congresso e al governo", ha concluso.