Cambio alla guida del Paese dopo cinque anni. Sangue sul voto: oltre 40 le vittime
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La Lega musulmana pachistana (Pml-N) dell'ex premier Nawaz Sharif si è aggiudicata le elezioni generali in Pakistan. Record di affluenza alle urne, la più consistente registrata dal 1977, il 60%. La giornata è però stata caratterizzata da numerosi episodi di violenza, dietro molti dei quali vi sarebbero i talebani, che hanno causato almeno 40 morti.
Chiusura dei seggi posticipata di un'ora - Il successo elettorale del "Leone del Punjab", come è conosciuto Sharif, è apparso via via più netto con il passare delle ore e in serata una stima elaborata da GEO Tv assegnava provvisoriamente al Pml-N 117 seggi, mentre il Partito del popolo pachistano (Ppp) ne otteneva 35, uno di più del Movimento per la Giustizia (Pti) dell'ex campione di cricket Imran Khan (che ha riconosciuto la vittoria dell'avversario). La chiusura dei seggi è stata posticipata di un'ora per permettere a tutti di esprimere il proprio diritto.
Sharif: "Confidiamo di poter governare soli" - Parlando ai suoi sostenitori a Lahore, Sharif ha rivendicato la vittoria ed ha auspicato che il computo finale dei seggi - ne dovranno fra l'altro essere distruibuiti, in proporzione ai voti ottenuti, 60 riservati alle donne - "permetta al movimento di governare da solo perché le coalizioni non sono la soluzione dei problemi" del Paese.
Violato il diritto di voto alle donne - Il cambio alla guida del Paese, da cinque anni nelle mani del Partito del popolo pachistano (Ppp) del presidente Asif Ali Zardari, è stato accompagnato da una lunga scia di sangue, in particolare a Karachi. Emersa ancora una volta anche la drammatica questione della partecipazione femminile, in molte province ampia e libera, ma con gravi ostacoli nel nord-ovest e nelle zone tribali. Il peggio è stato raggiunto nel Waziristan settentrionale dove, per ordine dei talebani, nessuna delle oltre 11.000 donne aventi diritto ha potuto varcare la soglia dei seggi.