Amnesty International: mille i feriti. Ancora una giornata di protesta con piazze piene di manifestanti e poliziotti antisommossa. La Farnesina agli italiani: "Massima prudenza"
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Secondo Amnesty International, in seguito agli scontri a Istanbul fra polizia e manifestanti anti-governativi, cinque persone sono in pericolo di vita per ferite alla testa. Lo riferisce Riccardo Noury, portavoce dell'antenna italiana dell'Ong, non confermando la prima notizia di due vittime diffusa inizialmente da Amnesty. In una nota l'organizzazione umanitaria afferma che secondo le informazioni ricevute ci sono stati oltre mille feriti.
Amnesty: "Pretendiamo informazioni precise" - Il bilancio ufficiale degli scontri, secondo il ministro degli interni Muammer Guler, è invece di 79 feriti, 53 civili e 26 agenti. "Pretendiamo dal ministero della Sanità turco informazioni precise sul numero di persone rimaste ferite negli scontri" e "lanciamo un appello perché ci sia uno stop nell'uso di gas lacrimogeni che sono la causa principale delle ferite riportate dai manifestanti", ha aggiunto Noury.
Ministro Interno: "1.700 arresti" - Intanto il ministro degli Interni, Muammer Guler, ha riferito che sono più di 1.700 le persone arrestate dalla polizia turca durante le manifestazioni antigovernative che si sono svolte ad Istanbul, Ankara e decine di altre città. La maggior parte degli arrestati, ha aggiunto il ministro, è stata poi rimessa in libertà. Sempre secondo Guler negli ultimi 4 giorni ci sono state 235 manifestazioni di protesta contro il premier Recep Tayyip Erdogan nel Paese.
Migliaia ancora in piazza a Istanbul - Intanto i manifestanti sono tornati a migliaia a presidiare piazza Taksim a Istanbul. Lo riferiscono i giornalisti locali sul posto. I dimostranti hanno sventolato bandiere turche e ritratti di Mustafa Kemal Ataturk, padre della repubblica laica moderna, e si sono autoconvocati tramite i social network. Alcuni hanno eretto delle barricate provvisorie. Le forze antisommossa della polizia sono state ritirate per il primo giorno dalla piazza.
Ankara: la polizia spara lacrimogeni - Nella Capitale Ankara la polizia ha lanciato dei gas lacrimogeni per disperdere circa un migliaio di manifestanti che si stava dirigendo verso l'ufficio del premier, Recep Tayyip Erdogan.
La Farnesina agli italiani: "Massima prudenza" - Il ministero degli Esteri italiano intanto invita "i connazionali a prestare la massima prudenza, evitando di recarsi in zone soggette a manifestazioni, in particolare nelle città di Istanbul e Ankara". E' quanto scritto nell'ultimo avviso del sito Viaggiare Sicuri della Farnesina. Restano invariati i consigli di evitare viaggi nelle aree vicino ai confini con la Siria, l'Iraq e l'Iran.
Ministro Esteri: "Manifestazioni nuocciono a immagine Paese" - Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha affermato che le grandi manifestazioni antigovernative "nuoceranno alla reputazione" della Turchia. Davutoglu ha chiesto ai dimostranti di sciogliere il movimento, affermando che la protesta "non porterà alcun beneficio, anzi nuocerà alla reputazione del nostro Paese, ammirato nella nostra regione e nel mondo".
Erdogan: "Twitter, minaccia per la società" - Intanto il premier Recep Tayyip Erdogan condanna i social network tramite i quali sono state convocate le riunioni di massa "una minaccia per la società". "Oggi abbiamo una minaccia che si chiama Twitter" ha dichiarato in una intervista tv. I manifestanti anti-Erdogan accusano le tv turche di minimizzare la rivolta, sotto pressione del governo. Ma le informazioni sulla protesta e sulle violenze della polizia circolano sui social network online.
Cortei vicino a palazzo premier - La polizia ha fatto uso ancora una volta di gas lacrimogeni a Istanbul contro alcune migliaia di manifestanti che si avvicinavano alla residenza del premier Erdogan. Il palazzo si trova nel quartiere di Besiktas, sul Bosforo.
Domenica sera proteste col clacson - Calato il buio in Turchia, la protesta ha cambiato registro, diventando sonora,. A Istanbul, Ankara e Smirne è stato invaso da migliaia di automobilisti, con la mano schiacciata sul clacson. Sui balconi di molte case e per le strade il concerto dei clacson è accompagnato da quello metallico delle pentole sbattute una contro l'altra dalla gente.