Il primo cittadino della città turca: "Presidio fino allo sgombero totale di piazza Taksim". Migliaia di manifestanti tornano sul posto nella serata, scontri nella notte. Disordini anche ad Ankara
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Il sindaco di Istanbul, Hussein Avni Mutlu, ha dichiarato che l'intervento della polizia antisommossa contro i manifestanti in piazza Taksim proseguirà giorno e notte finché la zona non sarà ripulita. Mutlu ha anche chiesto alla popolazione di stare lontano dalla piazza per la propria incolumità. L'annuncio è stato fatto con un breve intervento televisivo. Le forze dell'ordine stanno usando cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e granate assordanti.
Notte di violenza e di guerriglia a Taksim, nel cuore di Istanbul, dopo che il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha scelto la linea del pugno duro contro il movimento di protesta delle centinaia di migliaia di giovani scesi nelle piazze del paese per chiedere le sue dimissioni.
La polizia rompe la tregua - All'alba la polizia ha ripreso con la forza il controllo di piazza Taksim, simbolo della rivolta dei giovani, rompendo una tregua che a Taksim durava dal primo giugno. Centinaia di poliziotti hanno fatto irruzione appoggiati da mezzi blindati e cannoni ad acqua, sparando lacrimogeni e granate assordanti. La maggior parte dei manifestanti si è ritirata senza resistere nel vicino Gezi Park. Ci sono stati scontri duri con gruppi di manifestanti che hanno lanciato pietre e qualche bottiglia incendiaria. Diversi indignados di Taksim hanno denunciato la presenza di provocatori della polizia. I bulldozer hanno distrutto le barricate. Nonostante le promesse del governatore di non toccarlo la polizia è penetrata anche nel Gezi Park sparando gas urticante contro i manifestanti ma si è ritirata dopo una decina di minuti.
Erdogan: "Tolleranza zero" - Il premier Erdogan, in un discorso davanti al suo partito islamico Akp ha annunciato "tolleranza zero" e che la partita con i manifestanti "è chiusa". Erdogan li ha accusati di avere sferrato "un attacco contro la democrazia", di aver "fatto scappare gli imprenditori stranieri dalla Turchia" e di avere danneggiato il turismo e l'economia.
Un centinaio di feriti e 73 avvocati arrestati - Nel corso di una giornata incandescente si sono contati almeno un centinaio di feriti tra i manifestanti. Cinque sono gravi, colpiti alla testa da candelotti lacrimogeni sparati a altezza d'uomo. La repressione è scattata anche contro gli avvocati che appoggiano il movimento di protesta, con 73 di loro arrestati.
La battaglia ripresa nella serata - Nella tarda serata la battaglia di Taksim è ripresa, durissima. I manifestanti, scacciati all'alba, sono tornati a migliaia e le forze dell'ordine hanno reagito con blindati, cariche e lacrimogeni. La situazione rimane incandescente con la violenza che rischia di prolungarsi nei prossimi giorni, e di contagiare il resto del Paese. Mercoledì resta fissato un incontro fra il premier e una delegazione della Piattaforma per Gezi Park, che ha organizzato le prime manifestazioni due settimane fa in difesa dei 600 alberi del parco. Ma la riunione non lascia molte speranze. Erdogan ha confermato che l'ultimo spazio verde del cuore di Istanbul sarà distrutto per fare posto a una ricostituzione di una caserma ottomana, liquidando seccamente la questione degli alberi: "Li ripianteremo altrove".
Il consolato italiano: "Evitare Taksim e Istiklal" - Il consolato generale di Istanbul ha di nuovo invitato gli italiani ad evitare la zona di piazza Taksim e di Istiklal. Già in mattinata, in un messaggio sms agli italiani che si trovano a Istanbul, il consolato aveva raccomandato di "stare lontani dalla zona e fare attenzione a possibili manifestazioni".
Scontri anche ad Ankara - Anche nella capitale Ankara migliaia di manifestanti protestano in via Kennedy, una delle arterie vicino a piazza Kizalay, teatro di violenti scontri negli ultimi giorni. Come in piazza Taksim a Istanbul la polizia è intervenuta con il lancio di lacrimogeni contro la folla.
Casa Bianca preoccupata - La Casa Bianca fa sapere che sta seguendo con preoccupazione gli avvenimenti in Turchia. La portavoce Caitlin Hayden aggiunge che la migliore garanzia per la stabilità a lungo termine del Paese, amico e alleato degli Stati Uniti, è il mantenimento dei diritti di espressione, di riunione, associazione e di una stampa libera e indipendente.