Il ministro della Difesa, Mario Mauro, riferisce alla Camera sull'attacco terroristico in Afghanistan in cui è morto il capitano. La missione prosegue. Amarezza per l'Aula di Montecitorio vuota
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E' stato "un giovane, di circa 20 anni" a salire sul blindato Lince italiano sabato a Farah, in Afghanistan, per lanciare all'interno del mezzo un ordigno che ha causato la morte del capitano Giuseppe La Rosa. Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, riferendo a Montecitorio sull'attentato. "Profonda amarezza" è stata espressa dal ministro per "l'Aula della Camera vuota" durante la sua informativa.
L'attacco terroristico che sabato ha provocato la morte di La Rosa "si è completato con un'azione di vera e propria guerra psicologica, con la diffusione dell'informazione che l'attentatore fosse un bambino di 11 anni, facendo percepire quasi un atto eroico e di partecipazione popolare", ha aggiunto Mario Mauro, rilevando che l'attentatore era invece un adulto.
Estremista riconosciuto da italiano - Emergono anche altri dettagli sulla vicenda. E' stato riconosciuto l'afghano arrestato con l'accusa di aver lanciato sabato la bomba che ha ucciso il capitano Giuseppe La Rosa e martedì l'ordigno contro un Lince. A identificarlo è stato un militare italiano scampato al primo attentato. Il fallito attentato di martedì è avvenuto mentre il pubblico ministero Francesco Scavo stava sentendo due colleghi di La Rosa che si trovavano sul blindato attaccato l'8 giugno. Il magistrato ha ricevuto una descrizione dell'afghano e questa è risultata analoga a quella data da uno dei militari italiani. Lo stesso Scavo chiederà, tramite rogatoria internazionale, gli atti delle autorità afghane. Gli inquirenti stanno studiando anche il modo di poter arrivare all'estradizione dell'attentatore. Un obiettivo, quest'ultimo, non semplice anche a causa dell'inesistenza di trattati di assistenza giudiziaria tra il nostro Paese e l'Afghanistan.
"La missione prosegue come stabilito" - Il governo intende "proseguire la partecipazione alla missione Isaf in Afghanistan, concludendola secondo i tempi stabiliti nel 2014", ha sottolineato il ministro della Difesa.
"Dopo il 2014 nuova missione di supporto 'non combat'" - Dopo la conclusione della missione Isaf in Afghanistan "è intendimento di proseguire il nostro impegno in quel Paese oltre il 2014 in termini di assistenza e addestramento alle forze afghane". Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, nella sua informativa alla Camera sull'attentato che ha provocato la morte del capitano Giuseppe La Rosa. La nuova missione, 'Resolute Support', ha aggiunto, "sarà non combat e non prevede il contrasto all'insorgenza, né di lotta al terrorismo ed al narcotraffico".