La richiesta anche all'ambasciata italiana. Nella notte Parigi e Lisbona hanno chiuso lo spazio aereo temendo che la talpa fosse sull'aereo del presidente boliviano Evo Morales di ritorno dalla Russia
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Edward Snowden, la talpa del Datagate, ha cambiato idea e ha rinunciato all'intenzione di chiedere asilo politico in Russia. La decisione è stata presa dopo aver saputo la posizione di Putin. Il presidente russo aveva detto che Snowden "si sente non un agente della Cia ma un combattente per i diritti dell'uomo, una specie di dissidente... cioè una specie di Sakharov".
Nel frattempo per la talpa rimane la certezza del no russo all'estradizione. A confermarlo è il portavoce di Putin Dmitri Peskov: "Mosca non estraderà Snowden perché in Usa c'è la pena di morte"
Alla ricerca di un rifugio - Sono comunque 21 i Paesi ai quali Edward Snowden, la talpa del Datagate, ha chiesto asilo politico. Tra i Paesi in cui Snowden sta cercando rifugio ci sono Germania, Francia (anche se per ora il ministro degli Esteri francese nega che sia arrivata una richiesta ufficiale) e Spagna. E ancora: Austria, Bolivia, Brasile, Cina, Cuba, Finlandia, Irlanda, Olanda, Nicaragua, Polonia, Svizzera, Venezuela, Norvegia.
La richiesta all'Italia presenta un'anomalia - La richiesta di asilo politico è stata inoltrata anche al nostro Paese ed è arrivata all'ambasciata italiana a Mosca. Le richieste sono state presentate il 30 giugno al consolato russo dell'aeroporto moscovita, nella cui zona di transito si trova Snowden, da Sara Harrison, avvocato attivista di Wikileaks. Intanto da Roma, il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha auspicato - nonostante le tensioni con gli Stati Uniti per via della vicenda - che tutti siano disposti a fare dei compromessi pur di portare a casa il trattato di libero scambio. In tutto ciò la decisione definitiva della Farnesina è da attendersi a breve, anche se il presidente del Copasir Giacomo Stucchi ritiene che sia difficile che l'Italia possa concedre l'asilo. Come spiegato dalla Farnesina, la richiesta presentata all'Italia da Snowden contiene un'anomalia procedurale perché inviata via fax. La procedura prevede invece che il richiedente di asilo si trovi sul territorio del Paese a cui si rivolge.
Nuove rivelazioni - Da parte sua, Snowden annuncia nuove rivelazioni e sferra un attacco a Obama. "Contro di me usano gli strumenti dell'aggressione politica", dice in un articolo pubblicato su Wikileaks. Obama, continua, "mi ha trasformato in un cittadino senza patria" annullandogli il passaporto e "usando la cittadinanza come fosse un'arma". E ancora, aggiunge, "ha fatto pressione sulle nazioni a cui ho chiesto asilo perché me lo neghino".
Risposta negativa - Molti Paesi oggi hanno respinto la richiesta di asilo politico di Edward Snowden in quello che sembra un estremo tentativo di mettersi in salvo dalle accuse di spionaggio negli Stati Uniti. Snowden ha rinunciato invece all'istanza avanzata alla Russia dopo che il presidente Vladimir Putin gli ha chiesto di smettere "di danneggiare i nostri partner americani".
Chi finora ha ufficialmente negato la possibilità di garantire l'asilo politico alla talpa del Datagate sono Polonia, India, Brasile, Olanda e Germania. Chi invece non sembra intenzionato ad abbandonare Snowden è il Venezuela. Il presidente Nicolas Maduro ha detto infatti che è ora di smetterla di maltrattare un uomo che ha "fatto qualcosa di molto importante per l'umanità. Snowden merita la protezione del mondo". Sulla stessa posizione c'è l'Ecuador. Su Twitter il ministro degli Esteri Ricardo Patino ha scritto: "L'Ecuador ha confermato la sua disponibilità a prendere in considerazione la domanda di asilo di Snowden. Non abbiamo fatto nessun passo indietro".
Francia e Portogallo chiudono lo spazio aereo - L'aereo del presidente della Bolivia, Evo Morales, di ritorno dalla Russia, è atterrato a Vienna dopo che Francia e Portogallo gli hanno vietato il loro spazio aereo, temendo che a bordo ci fosse Edward Snowden. Lo riferisce il ministero degli Esteri boliviano, smentendo la presenza della talpa del Datagate sul volo presidenziale. Il ministro Choquehuanca ha riunito una conferenza stampa per denunciare "una ingiustizia nata da sospetti senza fondamento".