RIMPATRIATE IN KAZAKISTAN

Caso Shalabayeva, revocata espulsione

Palazzo Chigi: potrà tornare in Italia con la figlia. Già avvisate le autorità kazake

13 Lug 2013 - 12:22
 © Ansa

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L'espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia è stata revocata. Lo rende noto Palazzo Chigi. La donna e la bambina di sei anni, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, in esilio a Londra, a fine maggio erano state forzatamente rimpatriate. "A seguito della revoca del provvedimento di espulsione, la signora Alma Shalabayeva potrà rientrare in Italia, dove potrà chiarire la propria posizione", si legge nella nota di Palazzo Chigi.

L'Italia ha già reso noto all'ambasciatore kazako a Roma la revoca del provvedimento di espulsione della signora Alma Shalabayeva, informa la Farnesina.

Questo il comunicato diffuso da Palazzo Chigi - Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, il 5 luglio scorso ha annunciato un'indagine sulla vicenda che ha interessato l'espulsione della signora di nazionalità kazaka, Alma Shalabayeva, confermando tale impegno al question time che si e' svolto alla Camera dei Deputati mercoledì 9 luglio. Tale indagine ha accertato quanto segue.

Risulta inequivocabilmente che l'esistenza e l'andamento delle procedure di espulsione non erano state comunicate ai vertici del governo: nè al Presidente del Consiglio, nè al Ministro dell'interno e neanche al Ministro degli affari esteri o al Ministro della giustizia. La regolarità formale del procedimento e la sua base legale sono state accertate e convalidate da quattro distinti provvedimenti di autorità giudiziarie di Roma (Procura della Repubblica del Tribunale dei minorenni il 30 maggio, Giudice di Pace il 31 maggio, Procura della Repubblica presso il Tribunale e Procura della Repubblica per i minorenni il 31 maggio). A questi provvedimenti è da aggiungere l'indagine avviata dalla Procura di Roma nei confronti della signora Alma Shalabayeva, al cui ambito appartiene il provvedimento di dissequestro del giudice del riesame concernente il denaro e la memory card sequestrati alla signora.

Tuttavia, resta grave la mancata informativa al governo sull'intera vicenda, che comunque presentava sin dall'inizio elementi e caratteri non ordinari. Tale aspetto sara' oggetto di apposita indagine affidata dal Ministro dell'interno al Capo della Polizia, al fine di accertare responsabilita' connesse alla mancata informativa. E' importante sottolineare che il governo, colti i profili di protezione internazionale che il caso ha sollevato, si è immediatamente attivato, attraverso sia il Ministero dell'interno sia il Ministero degli affari esteri, per verificare le condizioni di soggiorno in Kazakhstan della signora e della figlia, nonché a garantirle il pieno esercizio del diritto di difesa in Italia avverso il provvedimento di espulsione convalidato dal giudice di pace.

All'esito della presentazione del ricorso avverso tale provvedimento, sono stati acquisiti in giudizio e conseguentemente dalla pubblica autorità italiana, documenti, sconosciuti all'atto dell'espulsione, dai quali sono emersi nuovi elementi di fatto e di diritto che, unitariamente considerati, hanno consentito di riesaminare i presupposti alla base del provvedimento di espulsione pur convalidato dall'autorità giudiziaria. In considerazione di ciò, il Ministero dell'interno, acquisite anche le valutazioni legali previste per legge, provvederà ad attivare la revoca in autotutela del provvedimento di espulsione sulla base delle circostanze e della documentazione sopravvenute, che consentono ora, e anzi impongono, una rivalutazione dei relativi presupposti.

A seguito della revoca del provvedimento di espulsione, che verrà immediatamente resa nota alle autorità kazake attraverso i canali diplomatici, la signora Alma Shalabayeva potrà rientrare in Italia, dove potrà chiarire la propria posizione.


La vicenda - Il 29 maggio la Squadra mobile fa un blitz in una villa di Casal Palocco, a sud di Roma. L'obiettivo, come hanno sempre sostenuto gli investigatori, è catturare il dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, oppositore del presidente kazako Nursultan Nazarbaev, ma anche ricercato con mandato di cattura internazionale per truffa (dalla Gran Bretagna) e appropriazione indebita di 6 miliardi di dollari (dal Kazakistan). Latitante e segnalato a Roma dai bollettini Interpol. In quell'occasione gli agenti trovano però solo la moglie, Alma Shalabayeva, e la figlia, ospiti di parenti. La donna mostra loro il passaporto diplomatico e quello kazako senza visto d'ingresso. I documenti appaiono palesemente contraffatti. Condotta al Cie di Ponte Galeria, la sua espulsione dal territorio nazionale è stata ratificata sia dal giudice, sia dal tribunale dei minorenni per l'affidamento alla madre della bambina.

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