Adnan Rasheed, capo di Tehrik-e-Taleban, gruppo responsabile dell'aggressione alla 16enne, invia a titolo personale una lettera in cui spiega il perchè di quell'azione
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Una lettera di quattro pagine indirizzata a Miss Malala Yousafzai. A scriverla non è un sostenitore né un'ammiratrice ma Adnan Rasheed, il leader talebano a capo di Tehrik-e-Taleban, il gruppo che ha aggredito la 16enne mentre stava andando a scuola lo scorso ottobre. La lettera è stata vista dal canale britannico Channel 4 a cui il leader ha confermato di averla scritta "a titolo personale".
Nelle prime righe Rasheed esprime una sorta di rimorso per l'attacco condotto contro la ragazza e, senza mai scusarsi esplicitamente per l'accaduto, ripercorre la nascita del movimento internazionale di solidarietà messo in atto per salvare la ragazza ferita dai componenti del gruppo di cui lui è capo. La 16enne, dopo essere stata ferita, era stata infatti trasferita nel Regno Unito e operata nell'ospedale di Birmingham.
Il leader talebano definisce l'attacco contro la giovane un ''incidente'' sostenendo che è in corso un dibattito per stabilire se quell'attentato sia stato "giusto o sbagliato". "Quando ho saputo che sei stata attaccata per me è stato scioccante'', scrive Rasheed aggiungendo di essere arrivato a desiderare che l'aggressione "non fosse mai accaduta".
Nella seconda parte della lettera il capo talebano cambia tono e giustifica l'azione dei suoi guerriglieri, che hanno scelto di eliminare la studentessa a causa della sua "campagna di calunnie per diffamare gli sforzi dei talebani di stabilire un sistema islamico nello Swat". Rasheed parla poi dell'imperialismo americano (citando anche filosofi come Bertrand Russel) e invita Malala a ritornare in Pakistan per tornare a studiare nelle scuole coraniche.
La lettera del capo talebano