Ma il suo governo detta le condizioni
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Il Kazakistan potrebbe lasciar tornare in Italia Alma Shalabayeva e la figlia, espulse e deportate ad Almaty da Roma il 29 maggio. La moglie dell'oligarca dissidente Mukhtar Ablyazov dovrebbe presentare una richiesta agli organismi giudiziari che potrebbero accoglierla fissando una cauzione. La domanda dovrebbe essere appoggiata da una "garanzia" del governo italiano. Lo afferma il primo ministro kazako, Serik Akhmetov.
La domanda e le "garanzie" italiane - In un'intervista al "Corriere della Sera", il primo ministro Serik Akhmetov spiega che, "dal punto di vista legale, la possibilità di un ritorno di Alma Shalabayeva e di sua figlia in Italia non si esclude. Per questo la signora deve rivolgersi agli organismi competenti kazaki con la richiesta di consentirle la libera circolazione anche all'estero, dietro cauzione. In questo caso alla Repubblica del Kazakistan occorreranno garanzie da Roma". Tuttavia, specifica Akhmetov, "se sarà processata, dovrà rientrare nel nostro Paese".
"Espulsione decisa autonomamente dall'Italia - Sulle modalità dell'espulsione Akhmetov ha precisato che "le decisioni sono state prese del tutto autonomamente dalle autorità italiane e il Kazakistan non aveva alcuna possibilità giuridica di incidere sugli eventi".
"Libera di circolare" - Infine sulle accuse rivolte ad Alma Shalabayeva in Kazakistan, il capo del governo spiega al Corriere: "Le indagini stanno verificando se è coinvolta in delitti legati a tangenti pagate a ufficiali del servizio di migrazione e di giustizia della regione di Atyrau per fabbricazione illegale e rilascio di passaporti". La moglie del dissidente attualmente è sottoposta "all'obbligo di dimora: è completamente libera di circolare per la città di Almaty e di comunicare con chi vuole. Non viene assolutamente sottoposta a torture, trattamenti crudeli, disumani, umilianti o a punizioni".