Tra i morti del deragliamento anche Dario Lombardo, 25enne messinese. Intanto, secondo i rilievi tecnici, sembra che il sistema di allarme si sia attivato dopo il superamento del limite di velocità
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C'è anche una vittima italiana nel deragliamento del treno avvenuto in Spagna alle porte di Santiago de Compostela. Lo ha confermato la Farnesina. Si tratta di Dario Lombardo, 25enne originario della Sicilia ma residente in Germania. Intanto si apprende che il sistema di allarme per segnalare l'eccessiva velocità nella curva in cui è avvenuto l'incidente ferroviario di Santiago de Compostela avrebbe funzionato.
Il sistema, visivo e acustico, ha segnalato al conducente che la velocità era superiore a quella prevista. Ora il macchinista rischia fino a 312 anni carcere. Le famiglie delle vittime potrebbero chiedere 150mila euro ciascuno di risarcimento. Il deragliamento del treno ha provocato 80 morti e almeno 180 feriti.
I genitori della vittima italiana sono già in Spagna - La vittima italiana del disastro è Dario Lombardo, originario di Forza d'Agrò, nel Messinese, ma da anni residente in Germania con i genitori. Il ragazzo stava recandosi a Santiago de Compostela per raggiungere degli amici. Nella città sono già arrivati i suoi genitori, assistiti dai funzionari dell'ambasciata italiana. Il rientro della salma avverrà nei prossimi giorni.
Testimone: "Dario era su quel treno" - Anche un'amica ucraina con la quale era in contatto durante il viaggio ha confermato che il giovane studente messinese era sul treno deragliato. Lo riferisce il sindaco di Forza d'Agrò, Fabio Di Cara, dove il giovane aveva i nonni e alcuni zii. Il giovane, aggiunge il primo cittadino di Forza d'Agrò, si trovava sul treno perché a Madrid aveva perso la coincidenza aerea. Invece di aspettare diverse ore un nuovo volo ha preferito proseguire in treno. "La nostra speranza - conclude Di Cara - è che sia tra i feriti che non sono stati ancora identificati o che sia sotto shock".
Atteso l'interrogatorio del macchinista - Il macchinista, Francisco Josè Garzòn Amo, è sempre ricoverato in stato di arresto all'ospedale di Santiago: se le sue condizioni di salute lo consentiranno, sarà interrogato dal magistrato. Garzòn Amo avrebbe confessato che il treno era lanciato a 190 km orari anche a due agenti di custodia che presidiano la sua stanza in ospedale; la stessa cosa aveva fatto subito dopo l'incidente in un collegamento radio con la stazione: "Speriamo che non ci siano morti, sennò me li porterò sulla coscienza", aveva detto.
Il macchinista rischia fino a 312 anni carcere - Francisco José Garzon Amo rischia, secondo le prime valutazioni legali, da 12 fino a 312 anni di carcere per l'incidente in cui sono morte 78 persone e altre 178 sono rimaste ferite. L'art. 142 del codice penale spagnolo prevede per il reato di negligenza (con conseguenze mortali) una pena variabile da uno a quattro anni di carcere per ciascuna delle vittime. La somma è quindi 312 anni, anche se alcune norme potrebbero consentire ad Amo di non superare la detenzione effettiva di 12 anni. I familiari delle vittime e i feriti potranno inoltre chiedere un risarcimento fino a 150mila euro ciascuno.
Lunedì le esequie - In Spagna, intanto, venerdì è stato il primo dei tre giorni di lutto nazionale. Si terranno lunedì alle 19 nella cattedrale di Santiago de Compostela i funerali delle 78 persone rimaste uccise nel deragliamento. Il governo regionale della Galizia aveva promesso "di lavorare per organizzare i funerali solenni", sottolineando che "la priorità era quella di portare assistenza ai feriti, alle famiglie e identificare le vittime".