Avviati contatti con i rapitori. Più complicato il caso di padre Dall'Oglio, ancora irreperibile
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Il gruppo jihadista che ha sequestrato in Siria padre Paolo Dall'Oglio non ha ancora stabilito "contatti diretti" con i nostri servizi. Lo ha riferito il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Giampiero Massolo, al Copasir. Il responsabile dell'intelligence avrebbe invece espresso "cauto ottimismo" per l'inviato de La Stampa, Domenico Quirico.
In particolare, l'inviato de La Stampa Domenico Quirico sarebbe in mano ad un gruppo riconducibile alla criminalità ordinaria, con il quale ci sarebbero da tempo contatti in corso. Lo avrebbe riferito, secondo quanto appreso, il direttore del Dis, Giampiero Massolo, al Copasir precisando che le trattative sarebbero già avviate.
Ricostruendo le tappe dei sequestri dei due nostri connazionali, Massolo avrebbe sottolineato che la vicenda di Quirico è quindi meno complicata rispetto a quella di Dall'Oglio. La vicenda del gesuita preoccupa, e non poco. I nostri servizi hanno ormai la certezza che Dell'Oglio è in mano ad una filiale locale di Al Qaeda, chiamata 'Emirato di Tal al Abiad' e il suo sequestro sarebbe legato all'attività che stava svolgendo in Siria.
Al momento si sta dunque lavorando, anche con i servizi alleati e con gli 007 siriani, per stabilire un contatto diretto con il gruppo. Al Copasir Massolo avrebbe riferito che l'ultimo 'contatto' con Dall'Oglio risale a sabato 27 luglio, quando il gesuita inviò una mail alla famiglia dalla città di Raqqa, nel nord della Siria.