Gli agenti sono intervenuti dopo l'assalto di un gruppo di oppositori a un convoglio che stava trasferendo in carcere i sostenitori del deposto presidente
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Era stato annunciato l'annullamento del raduno dei sostenitori di Morsi, a Il Cairo, per motivi di sicurezza. Ma nella capitale egiziana i pro-Morsi sono tornati in piazza subito dopo la fine della preghiera. Centinaia di dimostranti si sono radunati in Piazza Roxy, a pochissima distanza dal palazzo della presidenza egiziana a Heliopolis. La sede del governo è presidiata in forze dai blindati militari.
Ai checkpoint sparsi per la città si segnala la presenza di giovani anti-Morsi armati di bastone. I sostenitori del presidente deposto sfilano con le braccia alzate e il numero quattro come segno delle mani: è questo il simbolo di Rabaa, il sit-in dei Fratelli musulmani sgomberato con la forza mercoledì a Il Cairo.
Polizia: uccisi 36 Fratelli musulmani - Le forze di sicurezza egiziane fanno sapere intanto che almeno 36 Fratelli musulmani sono stati uccisi: gli agenti sono intervenuti dopo l'assalto di un gruppo di oppositori a un convoglio che stava trasferendo in carcere, alla prigione Abu Zaabal, 45 sostenitori di Morsi arrestati. Il ministero dice che la polizia ha aperto il fuoco per sventare "un tentativo di fuga". L'episodio è avvenuto a Kaliubeya, sul delta del Nilo, a nord de Il Cairo.
Cortei annullati, ma i pro-Morsi tornano in piazza - Anche oggi i sostenitori del deposto presidente Morsi hanno mantenuto la promessa di tornare in piazza, pur annullando alcuni cortei per motivi di sicurezza e decidendo di lambire solamente i centri strategici e del potere, presidiati massicciamente da militari e miliziani, i giovani civili armati di bastone che affiancano i soldati ai checkpoint, a dispetto del loro teorico scioglimento annunciato dal governo ad interim.
Sparatoria a un sit-in in un sobborgo de Il Cairo, manifestanti dispersi dalla polizia - La polizia egiziana ha disperso, dopo una sparatoria, un sit-in di dimostranti pro-Morsi radunatisi nella moschea Abu Bakr, a Bab El-Shaariya, un distretto de Il Cairo, come riferisce l'agenzia ufficiale Mena secondo cui un militare è rimasto ferito nel conflitto a fuoco e 114 manifestanti, incluse 18 donne, sono stati arrestati per l'asserito possesso di "una pistola".
Sissi: non cederemo alla violenza - Sulla situazione è intervenuto l'uomo forte dell'esercito egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sissi, avvertendo che "lo Stato" non intende piegarsi alla violenza imputata ai Fratelli Musulmani. "Chiunque immagini che la violenza possa piegare lo Stato e gli egiziani dovrà ravvedersi - ha proclamato Sissi -. Noi non resteremo mai silenziosi di fronte alla distruzione del Paese".
Governo: 79 i morti negli scontri di sabato - Oggi come ieri, dunque, i sostenitori di Morsi sfidano ancora le autorità, mentre il governo ha minacciato apertamente di mettere al bando i Fratelli musulmani. Il governo fa sapere che il bilancio degli scontri di sabato è di 79 morti. A piazza Ramses, dove si è registrato il bilancio più drammatico, è stato ucciso anche il figlio della guida spirituale dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badia. "Stiamo combattendo il terrorismo e il fascismo religioso", ha tuonato la presidenza egiziana poche ore dopo lo sgombero della moschea e l'annuncio dell'arresto a Giza del fratello del leader di al Qaeda, Ayman al Zawahri.
Un delegato della Fratellanza condanna gli assalti alle chiese - La "condanna più ferma" e la "certezza che il popolo egiziano saprà individuare e punire i responsabili" dei vandalismi nelle chiese a Il Cairo è stata espressa a Milano da Mahmoud El Abiary, responsabile dell'unica voce dei Fratelli Musulmani in Europa, "Il messaggio", un settimanale edito a Londra. El Abiary ha citato l'esplosione del 2010 nella "Chiesa di Santi, in Egitto, addebitata agli islamici e che invece, "dopo un'indagine del ministero degli interni si rivelò essere opera di forze di sicurezza deviate".
"I tentativi di provocare divisioni tra comunità islamica e copta sono sempre andati falliti - ha aggiunto -, perché la loro convivenza è millenaria". El Abiary ha fatto notare come dalle stesse dichiarazioni di alcuni dei responsabili delle chiese danneggiate, sia emerso che "le forze di sicurezza si sono ritirate dalle chiese e subito dopo sono arrivati i vandali che le hanno distrutte". E tutto questo dopo il "colpo di Stato" del 3 luglio, mentre in precedenza, anche quando erano in corso manifestazioni con centinaia di migliaia di persone, non si erano verificati incidenti nei luoghi di culto.
Pro-Morsi, in 404 accusati di omicidio - Fonti giudiziarie fanno sapere che 404 sostenitori del presidente deposto Morsi, arrestati dopo gli scontri di venerdì a piazza Ramses, sono stati formalmente accusati di omicidio. Per loro sono stati disposti 15 giorni di carcerazione preventiva.
El Baradei vola in Austria - Mohamed el Baradei, ex vice presidente dimissionario dell'Egitto, ha lasciato Il Cairo per volare in Austria, dove ha vissuto molti anni ai tempi in cui guidava l'Agenzia internazionale Onu per l'energia atomica (Aiea). La notizia viene riferita dalla Cnn, che cita l'agenzia egiziana Egy news. Il Premio Nobel per la pace si era dimesso mercoledì per dissociarsi dalla repressione dell'esercito di questi giorni contro i sostenitori del deposto presidente islamico Mohamed Morsi.
Ue: rivedremo relazioni con l'Egitto - L'Ue rivedrà nei prossimi giorni le relazioni con l'Egitto e adotterà misure per conseguire questo obiettivo. Lo riferisce un comunicato in cui il presidente Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Manuel Barroso chiedono alle parti di dar prova di moderazione contro una escalation della violenza.
Nel weekend rientrati 15mila italiani - Tra sabato e domenica circa 15mila italiani sono rientrati dall'Egitto. Altre 15-19 mila persone sarebbero dovute partire a loro volta per le località turistiche dell'Egitto ma, dopo l'intervento della Farnesina, partiranno solo poche decine di irriducibili. I dati sono stati diffusi dal presidente di Fiavet, la Federazione delle agenzie di viaggio aderente a Confcommercio, Fortunato Giovannoni, secondo cui i danni per gli operatori sono tra i 30 e i 50 milioni di euro.
Bonino: "No al bando Fratelli musulmani" - Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, condivide con la Commissione e il Consiglio Ue "la necessità di rivedere i rapporti" con Il Cairo. "L'obiettivo primo è la cessazione delle violenze, anche se è solo il primo passo", spiega la Bonino per la quale il "bando dei Fratelli musulmani, provvedimento di cui discuterà il governo egiziano, sarebbe una decisione infelice e sciagurata".