Gli Usa: "La condanna sia esemplare, la talpa merita di passare la sua vita in carcere"
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Il governo americano ha chiesto non meno di 60 anni di carcere per Bradley Manning, il soldato reo-confesso di essere la "talpa" dello scandalo Wikileaks. Il procuratore militare, Joe Morrow, ha spiegato che la condanna chiesta è particolarmente dura per "inviare un messaggio chiaro a tutti i soldati" che avessero intenzione di rilasciare informazioni classificate. "Merita di trascorrere la maggior parte della sua vita in carcere", ha aggiunto.
"Ha mostrato disprezzo per gli Usa" - "Probabilmente non c'è stato alcun militare nella storia che ha mostrato un disprezzo così estremo per gli interessi americani", ha rincarato la dose Morrow. Toccherà al giudice, Denise Lind, deliberare ora sulla condanna da infliggere a Manning, che potrebbe arrivare entro mercoledì. Il soldato-talpa è stato riconosciuto colpevole di 20 capi di accusa, di cui sette nell'ambito dell'Espionage Act, ma ha scampato l'accusa più grave, quella di aver aiutato il nemico.
"Ha messo a grave rischio il Paese" - Manning rischia fino a 90 anni di carcere anche se secondo gli esperti non gli sarà inflitta la pena più pesante. I crimini che ha commesso "gli garantiscono almeno 60 anni" mette in evidenza Morrow, precisando che le azioni di Manning hanno messo a grave rischio di Stati Uniti, creato problemi alle missioni diplomatiche e messo a rischio la vita di civili e soldati. Per il soldato viene anche chiesta una multa di 100mila dollari.
Passati 700mila documenti riservati a Wikileaks - Manning, 25enne nato in Oklahoma, ha scaricato e passato a Wikileaks 700mila documenti quando lavorava come analista di intelligence in Iraq nel 2010. Il soldato, in tribunale, ha chiesto scusa per aver danneggiato il suo Paese e, al giudice, ha chiesto di concedergli la possibilità di andare al college e di tornare a essere un buon cittadino. Durante il processo la sua famiglia e il suo psicologo hanno testimoniato in suo favore, mettendo in evidenza che Manning era sotto una forte pressione a causa di una forma di depressione causata dall'essere un gay nell'esercito durante l'era 'don't ask don't tell'.