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Siria, Obama schiera la Marina nel MediterraneoContatti con Cameron: forte preoccupazione

Gli Usa valutano l'azione militare, ma la Germania non ci sta. Assad: "Mai usate armi chimiche"

25 Ago 2013 - 01:33
 © Ansa

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La Us Navy, la Marina americana, amplierà la propria presenza nel Mediterraneo a causa della situazione in Siria. Lo riporta la stampa Usa, citando un rappresentante del Dipartimento della Difesa. La presenza sarà rafforzata con la nave da guerra USS Mahan. Nonostante il rafforzamento della presenza, la Marina americana - affermano fonti del Dipartimento della Difesa - non ha ricevuto ordini per prepararsi a operazioni militari.

Il segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel ha rimarcato che gli Stati Uniti stanno muovendo le forze navali prima di qualsiasi decisione del presidente Barack Obama su una possibile azione militare in Siria, dopo quello che sembra un utilizzo di armi chimiche contro i civili. "Il Dipartimento della Difesa ha la responsabilità di fornire al presidente la possibilità di scegliere qualsiasi alternativa", ha detto Hagel ai giornalisti in viaggio con lui verso la Malesia.

Vertice tra Obama e i consiglieri della sicurezza - Sulla situazione in Siria si è tenuto alla Casa Bianca un vertice tra Obama e i Consiglieri anziani della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. "Tutte le opzioni sono in campo", ha fatto sapere Washington. "Abbiamo una vasta gamma di opzioni disponibili, che stiamo valutando ponderatamente in modo da prendere decisioni in linea con i nostri interessi nazionali, e stiamo valutando le soluzioni migliori da adottare in Siria", ha reso noto un funzionario della Casa Bianca.

"Obama ha esaminato le opzioni possibili" - Durante l'incontro, fa sapere la Casa Bianca, Obama ha ricevuto una revisione "dettagliata" delle "potenziali opzioni" su come rispondere all'uso di armi chimiche in Siria. "In coordinamento con i partner internazionali e consapevole delle decine di testimonianze e dei sintomi delle vittime, l'intelligence americana continua a raccogliere fatti per determinare l'accaduto".

Contatti con il premier inglese Cameron - Obama ha poi avuto un colloquio telefonico con il primo ministro britannico, David Cameron. I due leader "hanno espresso la loro preoccupazione sul presunto uso di armi chimiche da parte del governo siriano". Obama e Cameron continueranno a consultarsi sulle "possibili risposte della comunità internazionale all'uso di armi chimiche".

Gb: "Assad nasconde qualcosa" - La mancata cooperazione di Bashar al Assad con gli ispettori dell'Onu "suggerisce che il regime abbia qualcosa da nascondere". Lo riferisce il portavoce del premier britannico, David Cameron, dopo la telefonata con il presidente americano, Barack Obama. I segnali di un "importante attacco con armi chimiche" sono "crescenti" e la situazione merita una "risposta seria" della comunità internazionale.

Merkel: "No a un intervento militare" - La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta contraria a un intervento sul campo in Siria. "Non seguiamo la strada di una soluzione militare", ha spiegato il suo portavoce. "Non crediamo che sia possibile risolvere il conflitto dall'esterno, crediamo invece a una soluzione politica", ha detto. La Merkel ha approvato anche l'appoggio della Russia a una commissione indipendente per accertare l'eventuale impiego di armi chimiche nel Paese.

Il regime continua a negare le accuse - "Non abbiamo mai usato armi chimiche in Siria, sotto nessuna forma, liquida o gassosa che sia". Lo ha ribadito il ministro siriano dell'Informazione, Omran al Zohbi, in un'intervista alla tv al Mayadine, basata a Beirut, respingendo le accuse dell'opposizione. Nelle scorse ore la tv di Stato siriana, voce ufficiale del regime, aveva accusato i ribelli di aver utilizzato armi chimiche.

Teheran: "Damasco collaborerà con gli ispettori dell'Onu" - "Il governo siriano coopererà con gli ispettori Onu" e consentirà loro di visitare le zone colpite da un attacco di "armi chimiche utilizzate dai ribelli". Lo ha detto il capo della diplomazia siriana Walid Moallem, secondo quanto riferito da un comunicato del ministero degli Esteri di Teheran. "Attualmente stiamo discutendo con la missione di inchiesta dell'Onu" per preparare questa visita, ha aggiunto Moallem in un colloquio telefonico con il collega iraniano.

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