Il Senato americano voterà dopo il 9 settembre la risoluzione sull'uso della forza, dopo la decisione di Obama di chiedere il via libera al Congresso
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Dopo la decisione di Obama di chiedere il via libera al Congresso per l'attacco alla Siria, il Senato americano voterà la risoluzione sull'uso della forza dopo il 9 settembre: lo ha detto il capo della maggioranza, Harry Reid. "Credo che l'uso della forza sia giustificato e necessario", ha affermato Reid, secondo il quale il regime siriano ha commesso "atrocità" contro i civili con un attacco sferrato con armi chimiche.
Nonostante l'ordine di attacco sia stato di fatto rinviato di una settimana in attesa della decisione del Congresso, però, l'intera forza navale dispiegata dagli Stati Uniti per un'azione contro la Siria continuerà a incrociare nel Mediterraneo. I cinque cacciatorpedinieri, ognuno dei quali è armato con decine di missili Tomahawk, un'unità anfibia da trasporto e un imprecisato numero di sottomarini restano in zona in attesa.
La Siria, intanto, canta vittoria, sottolineando per bocca del vicepremier Qadri Jamil che la determinazione di Damasco a rispondere a un attacco americano "ha sventato l'aggressione", e sia che la decisione di Obama rappresenti "solo un rinvio o un dietrofront", il bombardamento Usa è "diventato ormai oggetto di sarcasmo da parte di tutti". Ma "noi rimaniamo con il dito sul grilletto".
Delusa dalla decisione di Obama, invece, è l'opposizione siriana, che si aspettava "un attacco diretto e imminente". Ciononostante, gli oppositori di Assad fanno sapere tramite Samir Nashar, membro del direttivo della Coalizione nazionale siriana, di essere convinti "che il Congresso approverà" i raid.
La Francia non agirà da sola ma aspetterà la decisione dell'America dopo il Congresso. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Manuel Valls. "Abbiamo bisogno di una coalizione", ha aggiunto. Il premier Jean-Marc Ayrault ha in programma un incontro con principali esponenti parlamentari e dell'opposizione per discutere in merito all'attacco in Siria.