Gli studenti del Guangdong hanno firmato un contratto col quale liberano l’Ateneo da ogni responsabilità in caso di suicidi e altri episodi di violenza
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Altro che test d’ingresso truccati e difficoltà nel pagarsi gli studi: gli universitari cinesi hanno altro a cui pensare. Agli studenti di un Ateneo della provincia meridionale del Guangdong, infatti, è stata imposta una regola singolare: vietato suicidarsi. Gli aspiranti laureati hanno dovuto firmare un contratto con il quale si assumono la responsabilità “per eventuali suicidi o lesioni”, esonerando l’Università da qualsiasi responsabilità.
Già 5 mila matricole hanno firmato l’accordo, che sarebbe dettato dall’esigenza di tutelarsi da parte dell’Università, dopo che lo scorso anno uno studente aggredì e ferì una collega che si era rifiutata di avere un rapporto con lui. Per molti studenti la richiesta dell’Ateneo è giusta: del resto generalmente i suicidi, così come gli episodi di violenza non sono legati agli studi, ma piuttosto alla vita privata e famigliare dei singoli. Al contrario, la maggiorparte dei genitori considera il contratto un banale escamotage che permette all’Università di pulirsi la coscienza in merito a ciò che accade nel campus.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Cina è uno degli stati col più alto tasso di suicidi nel mondo (nel 2011 era al settimo posto, con una media di 22 suicidi ogni 100 mila abitanti).