Il primo ministro è stato prelevato da un gruppo di ex ribelli, che dipende in teoria dal Dipartimento della Difesa e dell'Interno, e che ha dichiarato di aver ricevuto l'ordine dalla Procura. L'organo giudiziario ha però smentito la notizia. Mentre il Dipartimento anti-crimine ha confermato: premier sotto la nostra custodia. Nato pronta a intervenire
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Il premier libico, Ali Zeidan, è stato "arrestato" dall'hotel Corinthia di Tripoli da un gruppo di uomini armati. Si tratta del gruppo di ex ribelli libici, conosciuto come la "Camera dei rivoluzionari di Libia", che ha spiegato: "Zeidan è stato rapito in seguito al ruolo del suo governo nella cattura - da parte degli Usa - di Abu Anas al-Libi, uno dei leader di Al Qaeda". Ad autorizzarlo sarebbe stato il governo, da cui il braccio armato dipende.
Ma è giallo sull'origine della richiesta d'arresto - Gli ex ribelli infatti dipendono in teroria dal Dipartimento della Difesa e dell'Interno. E' giallo però sull'ordine della richiesta di custodia cautelare. Il dipartimento anti-crimine infatti ha dichiarato all'agenzia ufficiale Lana: "Il premier Ali Zeidan è in custodia per un mandato di arresto emesso dal Dipartimento. E' in buona salute e viene trattato bene come qualsiasi cittadino libico". Mentre dalla Procura generale smentiscono la notizia, che invece era stata diramata dagli ex ribelli, di un suo intervento.
Le guardie di sicurezza dell'albergo sostengono però che si sia trattato di "un arresto". Per il governo libico, invece, non c'è dubbio che siastato un sequestro di persona.
La Nato pronta a un intervento - La situazioni in Libia si fa sempre più tesa. La Nato infatti ha dichiarato di essere pronta all'intervento se rischiesto dalle autorità libiche e se Zeidan non verrà rilasciato. Intanto sono stati dispiegati altri 200 marine a Sigonella, in Sicilia.
Il governo ha convocato una riunione d'urgenza - Il governo libico ha reso noto che il consiglio dei ministri ha convocato una riunione d'urgenza. "Il governo e il Congresso generale nazionale (il parlamento, n.d.r) affronteranno questa situazione", aggiunge la nota, che "invita i cittadini alla calma".
Le accuse dei gruppi estremisti nei confronti di Zeidan - Gruppi estremisti libici nei giorni scorsi hanno accusato Ali Zeidan e il suo governo di aver autorizzato segretamente il raid delle forze speciali Usa che il 5 ottobre scorso ha portato alla cattura a Tripoli di Abu al-libi, terrorista di Al Qaida considerato la mente delle stragi di Nairobi e Dar es Salam del 1998.
Zeidan in una conferenza stampa aveva detto che i cittadini libici hanno diritto ad essere processati sul suolo libico e che la questione sarebbe stata affrontata con le autorità americane, ma che il blitz non avrebbe compromesso le relazioni fra Usa e Libia. L'ambasciatrice statunitense a Tripoli Deborah Jones era stata convocata dal ministro della Giustizia per chiarimenti e il Congresso nazionale aveva chiesto la riconsegna immediata di al-Libi.
Gruppi radicali islamici avevano tuttavia lanciato appelli a colpire obiettivi americani e dei paesi alleati. Le minacce hanno spinto il Pentagono a spostare nella base siciliana di Sigonella 200 marine, pronti a operazioni di evacuazione e salvataggio ostaggi.
Diffusa una foto di Zeidan al momento del rapimento - Una foto del premier libico Ali Zeidan al momento dell'arresto è stata diffusa dai rapitori e riportata da Al Arabiya. La foto mostra il premier con una camicia marrone semiaperta e un'espressione accigliata, tenuto sotto braccio da due persone in borghese.
Difesa, incontro ministro Mauro-vertici - E' stata convocata una riunione presso lo Stato Maggiore della Difesa, tra il ministro Mario Mauro, e i vertici militari per "monitorare la situazione libica in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero degli Affari esteri", dopo il rapimento del premier Ali Zeidan.
Gli ex ribelli: "Abbiamo arrestato il premier" - Gli ex ribelli della "Camera dei rivoluzionari di Libia" hanno definito un "arresto" il rapimento del premier libico Ali Zeidan: "Il suo arresto giunge dopo una dichiarazione di John Kerry sulla cattura di Abu Anas al-Liby, dopo aver detto che il governo libico era al corrente dell'operazione", ha detto un portavoce del gruppo riferendosi al Segretario di Stato americano. Appena mercoledì mattina alcuni giornali del nord Africa avevano ripreso un appello della Camera dei rivoluzionari di Libia ad azioni violente contro gli Stati Uniti come reazione al rapimento di Abu Anas al-Libi. Da quel che si è appreso, la "Camera" sarebbe un gruppo autonomo e non, come pure lascerebbe intendere la denominazione che si è data, una aggregazione o alleanza. Nelle ultime sortite, i suoi appartenenti si sono distinti per un linguaggio molto duro nei confronti degli Stati Uniti.