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Datagate, Guardian: rete europea di sorveglianza dei telefoni

Coinvolte Francia, Germania, Spagna e Svezia, in "asse" con la Gran Bretagna

02 Nov 2013 - 20:47
 ©  Afp

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I servizi segreti di Germania, Francia, Spagna e Svezia avrebbero messo a punto un sistema di sorveglianza di massa delle comunicazioni telefoniche e Internet in stretta collaborazione con il Gchq (Government communications headquarters) britannico, come riferisce il Guardian. Lo sviluppo di questa rete risalirebbe a cinque anni fa, secondo documenti della talpa del Datagate, Edward Snowden.

Le ultime rivelazioni di Snowden gettano così anche l'Europa nell'occhio del ciclone del Datagate mostrando come quello del "Grande Fratello" non sia un copyright esclusivo degli Usa e trasformando anche i Paesi europei in colpevoli protagonisti di una rete di spionaggio andata ben oltre i limiti della privacy. Una rete nella quale non compare l'Italia anche perché - come riportato dagli stessi documenti della talpa - dotata di servizi di intelligence "litigiosi".

La rete svelata dalle informazioni sottratte da Snowden si sarebbe sviluppata 5 anni fa e prevedrebbe un monitoraggio delle comunicazioni telefoniche e di internet effettuato sia con intercettazioni dirette sia sulla base di relazioni segrete con le compagnie di comunicazione.

Londra "consigliava" gli altri Paesi - L'alleanza, definita dal Guardian "elastica ma crescente", avrebbe così permesso all'intelligence di un Paese di coltivare "legami" con le compagnie di un altro Paese per facilitare quella che i documenti definiscono una "pesca a strascico" di dati sul web. Pesca nella quale la britannica Gchq avrebbe avuto un ruolo guida nel consigliare i partner su come aggirare le leggi nazionali che restringono i poteri di sorveglianza dell'intelligence.

007 italiani: "Noi più garantisti" - In Italia ci sono "limiti legali stringenti" che sono "un fattore di garanzia e rendono non attuabili qui intercettazioni massive". Lo si apprende da fonti dei servizi italiani. Per una volta i documenti di Edward Snowden chiariscono che i nostri servizi "sono più garantisti" di quelli di altri Paesi, aggiunge la fonte. Non mancano però le polemiche, che innescano un botta e risposta tra gli 007 di Londra e Roma con i primi che bollano i colleghi italiani come "litigiosi e frustranti" e i secondi che rispondono "siamo solo garantisti".

Gb: "Intelligence italiana divisa" - Il caso scoppia quando il Guardian, che da mesi pubblica le rivelazioni di Snowden, diffonde nuovi documenti in base ai quali il Gchq (Government communication Headquarters), l'equivalente britannico della Nsa, ha una pessima opinione dei nostri servizi segreti: Aise e Aisi, dicono gli inglesi, sono "litigiosi e incapaci di collaborare tra di loro". Stando ai documenti pubblicati dal Guardian, gli 007 britannici avevano contattato l'Aisi, l'agenzia interna italiana, per parlare di attività di "controterrorismo" ma in quell'occasione avevano constatato "una frattura all'interno dei servizi italiani, incapaci o non disposti a collaborare gli uni con gli altri". Aspettavamo "una risposta dall'Aisi su una proposta di collaborazione - si legge nei documenti -. Gli italiani sembravano entusiasti, ma ostacoli legali potrebbero aver impedito loro di impegnarsi".

Parole alle quali la nostra intelligence risponde che, comunque, quella dei colleghi inglesi è una "valutazione datata" che si riferisce al periodo immediatamente successivo alla legge di riforma dei servizi del 2007, che ha ridisegnato le competenze delle due Agenzie e che ha avuto necessità di un periodo di tempo per andare a regime. "Noi litigiosi e frustranti? - dicono fonti qualificate d'intelligence - . I servizi italiani, come noto, sono stati oggetto di una riforma profonda e complessa, che li ha resi più unitari ed efficienti. Certo, all'inizio e proprio nel periodo di cui parla il Guardian, c'è stato un complesso periodo di adattamento, ma ora le difficoltà sono superate". Quel che è certo, dicono ancora gli 007 di Roma quasi a voler sottolineare una differenza con i colleghi d'oltremanica, in Italia ci sono "limiti legali e stringenti che sono "indubbiamente un fattore di garanzia e rendono non attuabili qui intercettazioni massive su grandi flussi di traffico".

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