Lo ha reso noto il marito della donna su Twitter che non aveva più notizie della donna dal 21 ottobre. Nadia era stata condannata per una performance anti Putin nella Cattedrale di Mosca
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Nadezhda Tolokonnikova, una delle Pussy Riot condannate a due anni di prigione per una performance anti Putin nella Cattedrale di Mosca, è stata destinata ad un campo di lavoro in Siberia, nella regione di Krasnoiarsk a 4.400 chilometri dalla capitale russa. Lo ha reso noto il marito su Twitter sottolineando che è "in corso il trasferimento". Piotr Verzilov aveva denunciato la scomparsa della moglie, dicendo di non avere più sue notizie dal 21 ottobre.
Sta bene e arriverà "molto presto" in un nuovo carcere, ha fatto sapere il commissario russo per i diritti umani Vladimir Lukin, che ha contattato il servizio penitenziario federale su sollecitazione di alcuni militanti.
"Mi hanno detto che sta bene e che è ancora in viaggio, diretta a uno dei penitenziari dove continuerà a scontare la propria pena", ha aggiunto Lukin. Per "ragioni di sicurezza", ha spiegato, Nadia Tolokonnikova viaggia in uno scompartimento separato ed è "tenuta in una cella separata tra una tappa e l'altra".
Accompagnata da un medico, mangia a sufficienza ed è in condizioni "soddisfacenti". La legge, ha notato Lukin, proibisce a parenti e avvocati di vederla e sapere dove si trova finché non giungerà a destinazione.
Dopo 14 mesi in un penitenziario della Mordovia, Nadia aveva denunciato minacce dai gestori e indetto uno sciopero della fame scrivendo lettere di denuncia sulla terribile condizione dei prigionieri, chiedendo di essere trasferita.
Il 21 ottobre le autorità carcerarie ne hanno annunciato il trasferimento, ma da allora nessuna notizia. Un picchetto a sostegno di Nadia si è svolto a Mosca domenica e lunedì.
Il marito: "Nadia in campo Siberia per punizione" - La decisione di trasferire Nadezhda, una delle Pussy Riot, nel campo di lavoro in Siberia è - secondo il marito - una punizione dopo la lettera che la donna scrisse per chiedere il trasferimento in un altro carcere, denunciando le pessime condizioni di detenzione nelle prigioni russe. Lettera in cui Nadia parlava anche di minacce di morte nel penitenziario di Mordovia dove stava scontando la sua pena.