La richiesta dopo la pubblicazione del rapporto secondo cui il leader palestinese fu avvelenato con il polonio 210
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Dopo la pubblicazione del rapporto secondo cui il leader palestinese Yasser Arafat fu avvelenato con il polonio 210, Wassel Abu Yussef, dirigente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta internazionale per indagare sulla vicenda.
"Serve una commissione internazionale" - Nello stesso modo in cui è stata istituita una commissione d'inchiesta internazionale sull'assassinio di Rafic Hariri (l'ex premier libanese, ucciso in un attentato a Beirut nel 2005), ci deve essere una commissione internazionale per indagare sulla morte del presidente Arafat", ha dichiarato Wassel Abu Yussef.
Il rapporto degli esperti svizzeri - Il rapporto degli esperti dell'Università svizzera di Losanna, ottenuto dall'emittente panaraba Al Jazeera, riferisce che si riscontra un "innaturale alto livello di polonio radioattivo nelle costole e nel bacino" del leader palestinese, il cui cadavere era stato riesumato il 27 novembre 2012 da un mausoleo a Ramallah. C'è "un 83% di probabilità che sia stato avvelenato" e i risultati "supportano moderatamente" la tesi che il polonio abbia provocato la sua morte.
Gli esperti svizzeri, che hanno lavorato insieme con un team russo e francese, ripercorrono le ultime fasi della malattia di Arafat. Nell'ottobre 2004, verso la fine della seconda intifada, è rinchiuso da più di due anni nel suo compound di Ramallah, che le truppe israeliane avevano circondato. E' anziano e fragile, ma i rapporti medici dimostrano che "era in buona salute e non in presenza di fattori di rischio particolari", si legge nel dossier.
Il 12 ottobre Arafat improvvisamente si ammala dopo un pasto. Rapidamente le sue condizioni peggiorano ed il 29 ottobre un aereo del governo francese lo trasferisce all'ospedale militare di Percy, in Francia. Arafat entra in coma e l'11 novembre muore all'età di 75 anni.
Israele: "Non lo abbiamo avvelenato noi" - "Non abbiamo mai preso la decisione di fargli del male fisicamente". Il governo d'Israele ribadisce di non avere nulla a che fare con il presunto avvelenamento di Yasser Arafat, ipotesi a cui peraltro il ministro dell'energia Silvan Shalom, titolare degli esteri nel 2004 - al tempo della morte del leader palestinese - mostra di non credere. "Secondo me - ha detto Shalom - è una tempesta in un bicchiere d'acqua. Ma anche se fosse stato avvelenato, certamente non è stato Israele."