VIAGGIO RADIOATTIVO

Dentro l'inferno di Fukushima: la centrale si apre ai media del mondo

La Tepco apre le porte del reattore 4 dove si rischio il disastro atomico

08 Nov 2013 - 08:25
 © Ansa

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Per dimostrare che si sta tornando alla normalità la Tepco ha deciso di aprire le porte della centrale atomica di Fukushima ai giornalisti di tutto il mondo. Niente mascherina, ma la prudenza non è mai troppa. Anche perché la radioattività sta calando, però la struttura si prepara ad affrontare un momento delicato nella procedura di smantellamento.

"Non credo ci sia bisogno di affrettarsi. Vogliamo fare le cose in sicurezza", spiega Akira Ono, nominato a giugno manager dell'impianto. "Cominceremo quando saremo pronti", aggiunge, respingendo gli allarmi sulla pericolosità. "Non sarà la prima volta per noi dato che in tutte le strutture si rimuove il carburante dalle piscine. La differenza questa volta è che dobbiamo essere molto attenti perché i lavoratori indosserannotute in tyvek e maschere", ha aggiunto il manager, menzionando la radioattività ambientale. "Avete visto l'equipaggiamento e i macchinari: sono quelli delle normali operazioni, è difficile dare un rating sulla pericolosità in una scala da 1 a 10, anche se direi che non è estremamente pericolosa", osserva ancora.

Poco prima dell'incontro con Ono, i giornalisti hanno visionato la mega-struttura costruita a ridosso del reattore n.4, incluso il quarto piano dove si trovano le piscine e dove sono stati montati enormi argani. La società prevede di iniziare entro fine mese l'estrazione di 1.533 elementi di combustibile sommerso (di cui 202 "fresh", non utilizzati e la gran parte esausto) dal fondo della piscina di stoccaggio per risistemarlinella vasca "comune" dell'impianto, distante solo 100 metri.

Tepco ha provveduto a eliminare i detriti più ingombranti caduti nella vasca quando il tetto e una parete dell'edificio sono stati distrutti dalla esplosione di idrogeno dopo la crisi seguita al sisma/tsunami dell'11 marzo 2011. "La mia preoccupazione è che i pezzi più piccoli possano essersi incastrati, causando un rallentamento delle operazioni", conclude Ono. Se il decommissionamento totale resta nell'arcodei 30-40 anni, l'operazione sul reattore n.4 resta quella "meno complesa" rispetto alle tecnologie che dovranno essere ancora sviluppate per agire sulle unita' 1, 2 e 3, i cui noccioli si sono parzialmente fusi.

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