La leader del gruppo musicale, condannata a 2 anni per una preghiera punk anti Putin nellacattedrale di Mosca, finirà di scontare la pena nella sua regione di nascita. Lontana 4mila chilometri da marito e figlia
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Nadia Tolokonnikova, la leader delle Pussy Riot, è arrivata in una colonia nella regione di Krasnoiarsk, nella Siberia orientale, per finire di scontare la sua condanna a 2 anni per una preghiera punk anti Putin nella cattedrale di Mosca. Lo ha annunciato il delegato per i diritti umani Vladimir Lukin. La giovane è stata sistemata in un reparto sanitario su sua richiesta.
Nadezhda, questo il vero nome della cantante-attivista, è stata trasferita nei suoi luoghi di origine, come ha spiegato Lukin: "Tolokonnikova è originaria della regione di Krasnoiarsk, è registrata a Norilsk e scontare la pena in questa regione contribuirà alla sua risocializzazione".
Ma le persone per lei più importanti, ossia il marito Piotr Verzilov e la figlia, vivono a Mosca, distante più di 4mila chilometri dal nuovo centro di detenzione.
Prima la leader delle Pussy Riot era detenuta in Mordovia, 600 chilometri a est della capitale russa. E' stata lei a chiedere il trasferimento denunciando minacce da parte del vicedirettore del carcere e inumane condizioni di vita e di lavoro.