Pyotr Pavlensky, ora ai domiciliari, è accusato di teppismo aggravato
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Pyotr Pavlensky, l'artista russo che domenica si è inchiodato i genitali a terra sulla Piazza Rossa a Mosca per protestare contro Putin, rischia fino a 5 anni di prigione con l'accusa di teppismo aggravato. Arrestato e ricoverato in ospedale dopo la "performance artistica", Pavlensky è ora ai domiciliari, ma potrebbe venirgli contestato lo stesso reato che ha portato in carcere le Pussy Riot e che prevede varie pene, dalla multa ai lavori forzati.
L'accusa fa riferimento a una parte dell'articolo 213 del codice penale russo: "Teppismo motivato da odio politico, ideologico, razziale, etnico o religioso, o odio o inimicizia verso un determinato gruppo sociale". La legge punisce il reato con varie pene, dalla multa (da un minimo di 300 a un massimo di 500 rubli, ossia da otto a 12 euro) ai lavori forzati e alla reclusione sino ad un massimo di cinque anni.
La performnce davanti al Crmelino è solo l'ultima in ordine di tempo. Pavlensky, originario di San Pietroburgo, è infatti noto proprio per le sue azioni artistiche e di protesta sempre sopra le righe. In passato si era letteralmente cucito la bocca per solidarietà con le Pussy Riot e si era presentato al Consiglio comunale di San Pietroburgo avvolto nel filo spinato.