SANGUE A TRIPOLI

Tripoli, i miliziani sparano sui dimostranti: oltre 30 morti e 300 feriti

Giornata di sangue in Libia, dove una manifestazione è degenerata in violentissimi scontri. Il premier Zeidan ha chiesto a tutte le milizie di lasciare la città

15 Nov 2013 - 23:31
 ©  Afp

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E' di almeno 31 morti e quasi 300 feriti il bilancio, non ancora definitivo, delle violenze avvenute a Tripoli dove miliziani reduci della "rivoluzione anti-Gheddafi" hanno aperto il fuoco su dimostranti che protestavano contro di loro. Il ministero della Sanità libico ha peraltro il ipotizzato che il numero delle vittime possa crescere ancora.

Tripoli nel sangue. Il caos è scoppiato dopo che una manifestazione pacifica contro le scorribande di un gruppo di miliziani di Misurata - che spadroneggia in un quartiere della città - è degenerata in violentissimi scontri, tra i più cruenti dalla caduta di Muammar Gheddafi nel 2010.

Il bilancio delle vittime, un vero bollettino di guerra, sale di ora in ora con fonti governative che parlano di almeno 31 morti e quasi 300 feriti. Il premier Ali Zeidan - che alcune settimane fa era stato "arrestato" illegalmente da miliziani e trattenuto per diverse ore - ha intimato a tutte le milizie armate di lasciare Tripoli, senza eccezione alcuna, definendo la situazione "pericolosa". Gli ha fatto eco il ministro della Cultura, Hassan al-Amine, che ha chiesto un "cessate il fuoco a tutte le fazioni armate affinche' il governo possa prendere le misure necessarie e ristabilire la calma nella capitale". Ma gli appelli sembrano cadere nel vuoto.

Fonti citate dalla Reuters hanno riferito di avere visto persino un cannone anti-aereo sparare sulla gente che urlava: "non vogliamo le milizie armate!". Immediata la reazione dei dimostranti che hanno ripiegato, fuggendo a destra e a manca nel terrore più totale. Poco più tardi alcuni sono tuttavia tornati indietro, ma questa volta armati, e per ritorsione hanno tentato di assaltare la sede dei ribelli e di darle fuoco. Sul posto sono giunti decine di carri armati dell'esercito e polizia che hanno cercato di separare i due gruppi, transennando l'area. I miliziani Ghargur, da parte loro, sostengono per bocca del leader Taher Basha Agha di "essere stati attaccati per primi e d'aver reagito per difesa". Ma il premier Zeidan li ha accusati di aver aperto il fuoco su "una manifestazione pacifica" e di aver ucciso almeno "27 martiri" fra i dimostranti.

Testimoni raccontano scene di guerriglia urbana con sparatorie, esplosioni e fuggi-fuggi generale. Sui cieli della città sono stati visti volare aerei militari, mentre per le strade è un via-vai di ambulanze e gli ospedali sono in difficoltà. Secondo le ultime notizie, però, l'aeroporto di Tripoli continua a essere in funzione. 

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