Il Partito dell'uomo comune di Kejriwal accetta di guidare la Capitale con l'appoggio esterno del movimento di Sonia Gandhi, grande sconfitto alle elezioni
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Arvind Kejriwal, leader del Partito dell'uomo comune, simile all'italiano Movimento 5 Stelle, ha accettato, dopo aver consultato i suoi militanti, di governare New Delhi. Potrà contare sull'appoggio esterno del Partito del congresso di Sonia Gandhi, grande sconfitta delle ultime elezioni in India. Il "Grillo indiano" ha basato la sua campagna elettorale sulla lotta alla corruzione, sull'acqua per tutti e sulla riduzione delle bollette.
Tra le altre proposte, che hanno fatto breccia soprattutto nell'elettorato più giovane, l'introduzione dell'autogoverno locale e creazione di 272 assemblee per discutere i problemi della gente e l'istituzione del difensore civico.
Creato solo un anno fa, il Partito dell'uomo comune ha conquistato 28 seggi sui 70 totali. Troppo pochi per governare da solo, ma sufficienti se sommati agli otto rimediati dal partito del congresso.
All'opposizione, dopo essersi rifiutato di creare un'alleanza, il partito uscito vincitore dalle urne: il Bjp, principale movimento di opposizione di centrodestra, ha 32 seggi, poco meno della maggioranza assoluta.
Prima di sciogliere la riserva, Arvind Kejriwal ha organizzato un vero e proprio referendum per chiedere alla base il loro parere riguardo un appoggio esterno del partito della Gandhi. Tre militanti su quattro hanno detto sì e il leader dell'Aap si è recato dal governatore di Delhi, Najeeb Jung, consegnandogli una lettera con l'impegno a formare il governo della capitale per i prossimi cinque anni.