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Ostaggi, giallo su riscatto pagato

Emergency: dati 9 milioni.Fini: è falso

11 Giu 2004 - 08:28

La voce era circolata durante il periodo di detenzione: il governo avrebbe versato una somma di denaro per riavere Agliana, Cupertino e Stefio. E anche ora rispunta fuori la vicenda: secondo Gino Strada di Emergency sarebbero stati versati 9 milioni di dollari ai rapitori iracheni. "Non c'è stata nessuna trattativa", ha replicato il vice-premier Gianfranco Fini. Secca smentita anche di Maurizio Scelli della Croce Rossa: "Notizie da sciacalli"

"Non è stato assolutamente un blitz militare come è stato annunciato. Si è trattato di una semplice presa in consegna. Gli americani sono andati lì a colpo sicuro. Si erano messi d'accordo. Il vostro governo ha pagato un riscatto: nove milioni di dollari. Qui ormai lo sanno tutti".

E' la ricostruzione fatta al telefono al sito PeaceReporter da parte di un iracheno che si dichiara testimone oculare della liberazione di Agliana, Cupertino e Stefio. Il sito di informazioni PeaceReporter  è vicino all'organizzazione Emergency di Gino Strada che è stato in Iraq per cercare contatti con i rapitori dei tre italiani.

"Quella casa al numero 17 di Zaitun Street era disabitata da almeno due mesi" si legge nella ricostruzione di PeceReporter sulla liberazione. A parlare è un iracheno, il signor Fahad, che assieme ad altri due suoi vicini, il signor Mohammed e il signor Ibrahim, e sarebbe stato testimone oculare della liberazione di Agliana, Cupertino e Stefio.
 
"Il vostro governo - dice ancora Fahad - ha pagato un riscatto: nove milioni di dollari. Qui ormai lo sanno tutti. Adesso però basta parlare al telefono, non è sicuro". 
 
"Noi - dice ancora la fonte - ci siamo opposti a questo gioco sporco. Noi volevamo consegnare gli ostaggi, senza alcun riscatto, nelle mani di rappresentanti del mondo pacifista italiano, sia laico che cattolico, con cui eravamo già in contatto da tempo e con i quali eravamo vicinissimi a una conclusione".

Fini: "Nessuna trattativa per la liberazione"

Il vice presidente del consiglio ha prontamente replicato alle affermazioni fatte da un testimone alla radio di Emergency: "Non c'è stata nessuna trattativa" per la liberazione dei tre italiani rapiti in Iraq. Gianfranco Fini ha poi spiegato: "Sono stati aperti canali di dialogo non con i rapitori, ma con ambienti iracheni, soprattutto religiosi, disponibili a collaborare per garantire il rilascio degli italiani: quegli stessi canali, penso, che ci hanno consegnato il corpo di Quattrocchi". Ribadendo che che "non c'è stata nessuna strumentalizzazione della vicenda degli ostaggi", Fini invita Gino Strada "a presentare, se le ha, le prove di quello che dice. E' l'unico modo - conclude - per evitare illazioni che non hanno ragione di esistere".

Scelli: "E' uno sciacallaggio"
Le ricostruzioni apparse sui alcuni quotidiani questa mattina, attribuite alla Croce rossa italiana, in merito alla liberazione degli ostaggi in Iraq sono veri e propri "sciacallaggi. Ne' il governo, ne' i servizi segreti, ne' l'ambasciata ha pagato alcun riscatto". Lo precisa, da Baghdad, Maurizio Scelli, commissario straordinario dell'organizzazione.

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